Euprepio, nome greco, è indicato da autorevoli fonti antiche come primo vescovo di Verona (III sec.). Nulla si sa della sua vita. Alla fine del secolo XV il suo corpo fu ritrovato, insieme con quello di altri santi vescovi, nella pieve di San Procolo. Le reliquie vi rimasero fino all'epoca napoleonica (1806), quando furono trasferite nella cripta dell'attigua basilica di San Zeno. Nel 1961 la Congregazione dei riti, su proposta del vescovo scaligero Giuseppe Carraro, riunì i santi vescovi veronesi sotto un'unica festa (30 ottobre), conservando la celebrazione odierna al protovescovo Euprepio. (Avvenire)
Emblema: Bastone pastorale
Martirologio Romano: A Verona, sant’Euprepio, ritenuto primo vescovo di questa città .
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I Versus de Verona, nel parlare della città convertita dal culto degli idoli al Cristianesimo, dicono: "Primum Verona predicavit Puprepis episcopus" (v. 40). La ricostruzione dell'elenco dei vescovi dato dal Velo di Classe, concordata con le altre memorie storiche, colloca Euprepio all'inizio della serie. L'alta antichità di tali fonti (fine sec. VIII inizio IX) dà garanzia della loro derivazione dai dittici. Anche le cronotassi della tradizione, pure errate per altri aspetti, coincidono nell'indicare Euprepio primo vescovo. Tuprepis o Euprepio è in tal modo stabilito primo vescovo di Verona. Alla certezza del nome si aggiunge la determinazione del tempo del suo episcopato e, conseguentemente, della organizzazione del Cristianesimo in Verona. Le suddette fonti, infatti, portano Lucilius sesto vescovo non si presentò mai all'imperatore Costante da solo, "sed semper comite episcopo urbis in qua tunc degebam, aliisque qui tunc forte aderant... Huiusce rei testis est... Lucillus Veronae... episcopus". Il viaggio di s. Atanasio avvenne prima del concilio di Sardica (343-44), e pertanto Lucillus era vescovo di Verona nel 340. Ora, secondo un computo comune, il periodo del primo dei cinque vescovi precedenti Lucillo viene certamente a cadere nel sec. III, "ma non più in là" (Lanzoni). La tradizione della missio Petri di Euprepio, sorta tardi e sostenuta da alcuni (Panvinio, Valier, Dionisi, Liruti) fino a tempi recenti, quantunque ne avessero dubitato il Maffei e i Bollandisti, non si può sostenere.
Riguardo alla sua vita, nulla sappiamo: solamente la derivazione greca del nome, come del resto quella dei suoi immediati successori, oltre essere conferma di remota antichità del suo episcopato, ci può forse indicare la sua provenienza orientale. Il culto non sembra anteriore al sec. XIV. Il Martirologio veronese di tale secolo lo commemora al 21 agosto Alla fine del sec. XV il suo corpo fu ritrovato, insieme con quello di altri santi vescovi, nella pieve di S. Procolo. Tali reliquie, collocate in apposito altare, stettero nella stessa chiesa fino all'epoca napoleonica (1806), quando furono trasferite nella cripta dell'attigua basilica di S. Zeno. Qui, alla base dell'altare in cui sono racchiuse, sta l'iscrizione stilata al tempo del ritrovamento: "Euprepio Veronae a Christi ann. LXXII praesuli primo".
Nel 1961 la S. Congregazione dei Riti, su proposta del vescovo di Verona, Giuseppe Carraro, riunì i santi vescovi veronesi sotto un'unica festa (30 ottobre), conservando peraltro una apposita celebrazione al protovescovo Euprepio (21 agosto).
Autore: Silvio Tonolli
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