Il Martirologio Geronimiano li ricorda il 23 agosto, il Romano invece, seguendo Beda, il 26 dello stesso mese ed aggiunge che perirono durante la persecuzione di Valeriano, gettati nella cloaca perché avevano curato la sepoltura della martire Concordia; i loro corpi furono raccolti dal presbitero Giustino e sepolti in agro Verano presso il tomba di san Lorenzo. Queste notizie provengono dalla leggendaria passio Polychronii in cui però si dice che i due santi perirono nella persecuzione di Decio e per opera del prefetto Valeriano.
I loro sepolcri erano venerati nel secolo VII, ma gli Itinerari non sono concordi nell’indicarne l’ubicazione: la Notitia Ecclesiarum, infatti, afferma che erano sepolti in una cappella accanto e ad ovest della basilica di san Lorenzo fuori le mura; il De locis invece e il Malmesburiense (che non ricorda però Ireneo) affermano che erano deposti sotto l'altare di san Lorenzo. I primi due Itinerari, inoltre, parlano di una pietra che stava nella cappella (Notitia) o fuori nel portico (De Locis), che era servita per gettare Abbondio nel pozzo e che superstiziosamente «tollent digito multi homines nescientes quid faciunt».
Dalle diverse notizie della passio e degli itinerari si deve concludere che ormai nel secolo VII non si sapeva niente di certo sulla vita dei due martiri. Né maggiori indicazioni sa darci il monaco Gottschalk di Limbourg che nel secolo XI compose in loro onore due sermoni, dai quali soltanto apprendiamo che il corpo di Abbondio, senza testa, era conservato nella chiesa di quel monastero, mentre di quello di Ireneo non si avevano più sicure notizie.
Autore: Agostino Amore
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