† 24 agosto 552
Martirologio Romano: A Costantinopoli, san Mena, vescovo, che fu ordinato dal papa sant’Agapíto e, riconciliata la comunione per qualche tempo sospesa con il papa Vigilio, dedicò alla Sapienza divina la grande chiesa edificata dall’imperatore Giustiniano.
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Il 2 febbraio 536 giungeva a Costantinopoli il papa Agapito incaricato dal re goto Teodato di convincere l'imperatore Giustiniano a non tentare la conquista d'Italia. Essendo fallito il suo compito, il papa si occupò di questioni religiose. Rifiutò di comunicare con il patriarca Antimo, monofisita dichiarato, fino a che non avesse riconosciuto il dogma delle due nature. Antimo allora scomparve e col consenso imperiale gli fu sostituito Mena, prete originario di Alessandria ed allora direttore dell'ospizio di Sansone, ed il papa stesso lo consacrò il 13 marzo.
Essendo morto Agapito, Mena indisse ugualmente un sinodo che si apri il 2 maggio per combattere il movimento monofisita patrocinato dall’imperatrice Teodora. Antimo, rimasto introvabile, fu deposto ed i suoi amici più noti condannati; Giustiniano approvò le decisioni prese.
Ben presto, tuttavia, si presentò un’altra questione piuttosto delicata: gli origenisti che avevano turbato i monasteri della Palestina sotto l’imperatore Giustino, risollevavano la testa. Il diacono Pelagio, apocrisario di Roma, ed il patriarca Mena chiesero allora a Giustiniano di agire contro di loro e l’imperatore pubblicò nel gennaio 543 un editto assai violento.
Dopo la partenza di Pelagio alcuni intriganti poco ortodossi spinsero l’imperatore a dogmatizzare secondo le loro idee: Giustiniano pubblicò un editto che condannava i Tre Capitoli, cioè le opere di teologi che i monofisiti accusavano di nestorianesimo: Teodoro di Mopsuestia, Teodoreto di Ciro e Iba di Edessa. Mena firmò il decreto riservandosi però di ritirare il suo assenso se il papa non avesse approvato la condanna. Stefano, apocrisario del pana a Costantinopoli, ruppe i rapporti con lui, ma Mena non ritirò la sua firma.
Il 15 gennaio 547 il papa Vigilio giunse nella capitale in semi-cattività e rifiutò di entrare in comunione con Mena e con gli altri vescovi firmatari dell’editto. Mena rispose togliendo il nome del papa dai dittici. La riconciliazione ebbe luogo il 29 giugno. Vigilio ruppe nuovamente i rapporti con Mena nel luglio 551 e lo scomunicò il mese seguente. Tale decisione rese l’imperatore meno intransigente e Mena inviò al papa una lettera nella quale riconosceva i quattro primi concili senza aggiunte o soppressioni e gli chiedeva perdono di avere avuto contatti con degli scomunicati.
Morì il 24 agosto 552. Fu venerato come santo e festeggiato nella Chiesa bizantina il 24 o il 25 agosto, data, quest’ultima, in cui è ricordato anche nel Martirologio Romano.
Autore: Raymond Janin
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