Venerato a Brescello (Reggio Emilia), come vescovo di quell'antica diocesi, sarebbe vissuto tra la fine del IV e gli inizi del V sec., piú o meno contemporaneamente ai grandi vescovi santi delle altre diocesi dell'Emilia occidentale, Savino di Piacenza, Prospero di Reggio, Geminiano di Modena.
Ma nel caso di Genesio tutti i dati derivano da un testo assai sospetto, la Revelatio beati Genesii episcopi, legata alle vicende che determinarono la ricostruzione dell'antica città vescovile, distrutta nel VI sec. durante la guerra gotica. Quando nella seconda metà del X sec. il fondatore della dinastia canossiana, Adalberto Azzo, iniziando la costruzione del castello di Brescello riportò a nuova vita l'antica città, fu naturale rifarsi alle glorie episcopali di un tempo. La Revelatio, composta appunto in quegli anni, intende narrare le fasi di una inventio fatta durante la ricostruzione: il ritrovamento miracoloso del corpo di un dimenticato santo brescellese, la cui santità sarebbe stata dimostrata dai miracoli che precedettero ed accompagnarono l'invenzione, e la cui identità sarebbe stata svelata dall'iscrizione apparsa sulla tomba:
HIC TITUBUS EST VENERABIBIS GENESII
HUIUS BRIXEBEENSIS URBIS EPISCOPI.
Ma troppo sospetto è l'andamento della Revelatio, che non si discosta dai luoghi comuni di mille inventiones di quegli anni, né l'iscrizione può essere antica. Di un Genesio vescovo di Brescello non sappiamo altrimenti nulla, né tanto meno consta un suo culto, antecedente all'inventio. È del resto significativo che i brescellesi siano dovuti ricorrere per il dies natalis al giorno della festa del martire Genesio, il 25 agosto.
Anche l'iscrizione della lamina plumbea già nella chiesa di Brescello, poi—forse nel sec. XVI — passata al Musco Borgiano di Velletri, edita dall'Affò, testimonia unicamente del culto avviato dalla inventio del X sec.
Una grande abbazia benedettina, consacrata a Genesio, sorse comunque allora e fu largamente dotata da Adalberto Azzo e dai suoi successori. Già nel secolo seguente era fiorente e nel 1099 nuove elargizioni in suo favore compì la contessa Matilde in un diploma che ricorda le benevolenze dei suoi avi per la chiesa di S. Genesio.
Nel 1106 Pasquale II assicurò alla fondazione la piú larga immunità con un privilegio che si richiama, nella narratio, alla stessa Revelatio b. Genesii.
Ma nonostante le altissime protezioni e le amplissime elargizioni concesse all'abbazia, il culto per il presunto vescovo di Brescello non ebbe grande fortuna oltre i limiti del territorio brescellese. Nella cittadina emiliana, però, ancora oggi Genesio è venerato come patrono, e le reliquie scoperte nel sec. X vi sono ancora conservate in una cappella della chiesa parrocchiale.
Autore: Raffaello Volpini
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