Siamo nel 257 d.C.: Marino, giunto nella zona del Monte Titano in cerca di pietre da lavorare, restò affascinato dal maestoso Monte e vi si recava spesso. Inoltre, convertiva la popolazione riminese al cristianesimo. Dopo le accuse infamanti di una donna, Marino fu costretto a rifugiarsi nella foresta del Monte Titano per sfuggire alle persecuzioni. Grazie alle preghiere di Marino avvenne il miracolo: la donna si ravvide. La leggenda narra anche che Marino e Leone, per evitare altre esperienze di quel tipo, si ritirarono, assieme alla sua piccola comunità, in vetta al Monte Titano, recintando la zona del loro rifugio. Il terreno però era di proprietà di donna Felicissima il cui figlio Verissimo si recò sul posto per scacciare Marino. Egli si oppose alla violenza con la sola forza delle preghiere al Signore: il giovane rimase come paralizzato. In seguito donna Felicissima si recò in supplica da Marino, chiedendo perdono per l'atto violento del figlio Verissimo. Il giovane tornò alla normalità. La donna donò il territorio a Marino che vi morì nell'anno 301. Il vescovo di Rimini San Gaudenzio gli conferì l'ordine del diaconato. È l'unico Santo fondatore di uno Stato e patrono della Repubblica che porta il suo nome assieme ai compatroni San Leone e Sant'Agata.
Patronato: San Marino, Diaconi
Etimologia: Marino = uomo del mare, dal latino
Martirologio Romano: Sul monte Titano vicino a Rimini, san Marino, diacono e anacoreta, che si ritiene abbia condotto il popolo ancora pagano alla luce del Vangelo e alla libertà di Cristo.
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Nell’anno 257 d.C. due cristiani di nome Marino e Leone, provenienti dall’isola di Arbe in Dalmazia, giunsero a Rimini attratti dall’opportunità di lavorare come scalpellini.
Marino, giunto nella zona del Monte Titano in cerca di pietre da lavorare, restò affascinato dal maestoso Monte e vi si recava spesso, Oltre a quel lavoro, egli svolgeva la missione di convertire la popolazione riminese al cristianesimo. Fu per questo che una donna malvagia l’ accusò di essere suo marito e di professare il cristianesimo.
Marino fu costretto a rifugiarsi nella foresta del Monte Titano, che conosceva molto bene, per sfuggire alle persecuzioni dell’Imperatore Diocleziano. Tuttavia la donna, in preda al demonio, lo scovò ugualmente e confermò le sue accuse. Marino non trovò altro sistema che opporre ad essa il suo digiuno e le sue preghiere, fino a che non avvenne il miracolo: la donna si ravvide e fece ritorno a Rimini, tessendo le lodi di Marino.
La leggenda narra anche che Marino e Leone, per evitare altre esperienze di quel tipo, si ritirarono, assieme alla sua piccola comunità, in vetta al Monte Titano, recintando la zona del loro rifugio. Poi Leone si trasferì sul vicino Mons Feretrum o Monte Feretrio (attuale Montefeltro). Il terreno però era di proprietà di donna Felicissima il cui figlio Verissimo si recò sul posto per scacciare Marino. Egli si oppose alla violenza con la sola forza delle preghiere al Signore; fu evidentemente ascoltato perché il giovane rimase come paralizzato. In seguito a questo fatto strabiliante, donna Felicissima si recò in supplica da Marino, chiedendo perdono per l’atto violento del figlio Verissimo che, grazie all’intercessione della madre e le preghiere di Marino, tornò alla normalità. La donna donò il territorio a Marino che vi morì nell’anno 301. Per la sua predicazione e le conversioni al cristianesimo, il vescovo di Rimini San Gaudenzio gli conferì l’ordine del diaconato. Fu sepolto nella chiesa che egli stesso aveva eretto e dedicato al San Pietro e successivamente fu nominato Santo. E’ l’unico Santo fondatore di uno Stato e patrono della Repubblica che porta il suo nome assieme ai compatroni San Leone e Sant’Agata.
Autore: Carlo Ennio Morri
Il suo nome significa “uomo del mare”. Marino nasce nel terzo secolo d.C. in Dalmazia (Montenegro-Albania). È un umile scalpellino alla ricerca di lavoro. Così, assieme all’amico Leone, si trasferisce in Emilia Romagna. In questa zona, infatti, stanno ampliando il porto di Rimini. Marino e Leone vengono ingaggiati assieme a tanti altri spaccapietre. Molti di loro, però, vengono costretti a lavorare perché cristiani. In quel periodo la religione di Gesù viene perseguitata e punita anche con la morte. Anche Marino è un cristiano e mette in pratica gli insegnamenti del Vangelo. Aiuta i prigionieri obbligati a spaccare pietre tutto il giorno e cerca di diffondere il Cristianesimo tra i non credenti. Una donna malvagia si invaghisce di Marino e, per vendicarsi del suo rifiuto, lo denuncia alle autorità. Lo scalpellino non si ribella, le sue armi contro l’ingiustizia subita sono la preghiera e il digiuno. Grazie a queste pratiche gradite a Dio, la donna, pentita ritira la denuncia e Marino torna libero.
L’uomo decide di rifugiarsi in un luogo splendido, impervio e disabitato, sulla cima del Monte Titano, situato tra l’Emilia Romagna e le Marche, dove si dedica alla preghiera e alla conversione dei pagani. All’eremita si aggiungono altri discepoli e la comunità si allarga sempre di più. Tuttavia, il terreno occupato dal gruppo di cristiani appartiene ad una donna di nome Felicissima che, furiosa, invia il figlio Verissimo a cacciare Marino dalla sua proprietà. Appena il figlio si avvicina allo spaccapietre, viene colpito da una paralisi. La madre implora Marino di aiutarlo. Le preghiere dell’eremita vengono ascoltate dal Signore e Verissimo guarisce. Felicissima capisce che Marino è un santo e così gli regala il suo terreno.
L’uomo, ordinato diacono dal vescovo di Rimini, con le sue abili mani, costruisce una chiesa e un monastero. Nasce, così, lo Stato più antico e piccolo del mondo, San Marino, adagiato attorno al Monte Titano. E la città-stato prende il nome proprio dal povero spaccapietre. La sua autonomia ha origine da una frase pronunciata nel 301 da Marino ai suoi seguaci poco prima di morire: «Vi lascio liberi da ambedue gli uomini». Ovvero sia dall’imperatore, sia dal papa. Nel 2008 il centro storico di San Marino e il Monte Titano sono stati nominati Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Oggi la Repubblica di San Marino festeggia ogni anno la sua indipendenza e il suo santo patrono Marino (protettore dei tagliapietre) lo stesso giorno, il 3 settembre.
Autore: Mariella Lentini
Fonte:
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Aggiunto/modificato il 2023-08-20