Martirologio Romano: Commemorazione dei santi Donaziano, Presidio, Mansueto, Germano e Foscolo, vescovi in Africa, che, durante la persecuzione dei Vandali, per ordine del re ariano Unnerico, furono orribilmente percossi per aver confessato la verità cattolica e mandati in esilio. Con loro si commemora anche Lieto, vescovo di Nefta nell’odierna Tunisia, uomo coraggioso e di grande cultura, che dopo un lungo periodo di sordida prigionia morì arso sul rogo.
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Santi DONAZIANO, PRESIDIO, MANSUETO, GERMANO, FOSCOLO E LETO, vescovi in Africa.
Unnerico, successo nel 477 a Genserico, continuò ed inasprì la persecuzione contro la Chiesa cattolica, volendo che tutti i suoi sudditi professassero la religione dei conquistatori, i Vandali ariani. Nella speranza di stroncare con un solo colpo l'intera gerarchia cattolica del regno, il 20 maggio 483 ne convocò a Cartagine, per il primo febbraio dell'anno seguente, tutti i vescovi, perché discutessero in pubblico contraddittorio con i vescovi ariani sulla consustanzialità del Figlio con il Padre. Si preoccupò di mettere prima fuori competizione quei vescovi che si distinguevano per scienza e accortezza. Fece pertanto arrestare e fustigare crudelmente Donaziano (Secondiano?), vescovo d'un ignoto Vibianum, e Presidio, vescovo di Suffetula, quindi li mandò in esilio. Fece, invece, soltanto fustigare Mansueto (vescovo Afufeniense) e Germano (vescovo Peradiamiense e padre della martire Leonzia), Foscolo ed altri. Avvicinandosi poi alla data della conferenza, per dare ai vescovi cattolici un esempio che incutesse loro timore, cacciò in un duro carcere Leto, vescovo di Nepte nella Bizacena, uomo particolarmente energico e sapiente, e ve lo tenne a lungo, facendolo poi bruciare vivo. Soltanto questo è dunque martire, gli altri sono confessori.
Non risulta tuttavia da Vittore di Vita che abbiano goduto di culto ufficiale, né i loro nomi compaiono negli antichi calendari e martirologi. Fu Floro di Lione (m. 860 circa) che ne introdusse per primo i nomi nel suo martirologio, alla data del 6 settembre, con un elogio sostanzialmente desunto da Vittore de Vita. Il Baronio lo accolse con poche varianti, alla stessa data, nel Martirologio Romano.
Autore: Ireneo Daniele
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