Gozzelino (lat. Gauzelinus) apparteneva ad una nobile famiglia franca. Prete, entrò nella cancelleria reale di Francia, dove si trova come notaio a partire dal 13 agosto 913. Nel 922 Carlo il Semplice lo designò ai suffragi del clero di Toul e fu consacrato vescovo il 17 marzo dall'arcivescovo Rudgerus di Treviri assistito dai vescovi di Metz e di Verdun.
I suoi quarantanni di episcopato si svolsero in un periodo assai agitato e disordinato: la Lotaringia, nelle mani di duchi che parteggiavano ora per la Francia e ora per la Germania, andò finalmente a Brunone, arcivescovo di Colonia e fratello di Ottone I, che creò nel 959 i ducati dell’Alta e della Bassa Lorena: la diocesi di Toul fece parte dell’Alta Lorena. Città e diocesi ebbero molto a soffrire dalle tragiche invasioni degli Ungheri sia nel 928, sia nel 954.
Malgrado la sua origine e le sue relazioni con la corte del re di Francia, Gozzellino sembra essere rimasto estraneo alle competizioni politiche. Egli si sforzò invece di mantenere e di ingrandire il patrimonio della sua Chiesa; favorì soprattutto la restaurazione della vita monastica: il primicerio del capitolo di Toul, Einoldo, dopo vari tentativi, andò nel 933 a rilevare l’abbazia di Gorze (nella diocesi di Metz, ma vicina alla diocesi di Toul), conducendo con sé due arcidiaconi e un prete, il beato Giovanni di Vandières, che poi ne divenne abate. Nel 934 il vescovo riformò personalmente l’abbazia di Saint-Evre-devant-Toul, introducendovi gli usi di Fleury-sur-Loire, dove le osservanze cluniacensi erano state adottate nel 930; confermò fondazioni di priorati a Bainville-aux-Miroirs (947), Flavigny-sur-Moselle (prima del 959) e fondò, prima del 947, la casa che doveva diventare, sotto il suo successore, l’abbazia di Saint-Mansuy-Les-Toul. Infine, prima del 941, fondò, presso l’attuale città di Nancy, l’abbazia femminile di Bouxières-aux-Dames dove fu inumato dopo la sua morte sopravvenuta il 7 settembre 962.
Le sue reliquie, conservate a Bouxières fino alla fine del secolo XVIII, sono al presente nella cattedrale di Nancy, dove si conservano pure un calice, una patena, un evangeliario e un pettine liturgico, che furono usati da lui. Il calice, la patena e la rilegatura dell’evangeliario figurano fra i più bei pezzi di oreficeria del X secolo che siano giunti fino a noi.
Autore: Jacques Choux
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