Fu vescovo di Górtina, l’antica metropoli di Creta. Pur non esistendone una Vita, sono abbondanti le testimonianze di un culto a lui tributato dalla Chiesa greca. Nella Bibliographie des Acolouthies grecques di L. Petit, abbiamo un’acoluthia (e cioè press’a poco un Ordo per l’ufficiatura liturgica) al 25 agosto, dedicata in comune a quattro vescovi di Creta, e tra essi vi è anche Eumenio, ed ancora un’altra acoluthia al 18 settembre per Eumenio in particolare. Al 18 settembre, poi, celebrano la memoria di Eumenio sinassari e monologhi bizantini e da questi la nota è passata al Martirologio Romano, sempre al 18 settembre. Inoltre, le medesime fonti (che, naturalmente, andranno prese per quel che valgono) ci danno molte notizie sulla vita del santo. Eumenio si era dato ad una vita di perfezione fin da giovane, praticando specialmente la umiltà, la penitenza e la carità verso il prossimo, per le quali non solo distribuì le sue vistose ricchezze ai poveri, ma anche si guardò sempre dal muovere o ascoltare critiche sull’altrui operato. Eletto vescovo di Gortina, vi operò un santo apostolato e numerosi prodigi, per cui tutte le fonti insistono nel chiamarlo Eumenio «il Taumaturgo», mentre alcune di esse si soffermano nel raccontare un miracolo, purtroppo assai comune nell’agiografia medievale, quello cioè dell’uccisione del solito spaventoso dragone. Alcune di dette fonti, poi, raccontano anche che egli si recò a Roma, dove pure operò miracoli e fu a tutti «fiaccola luminosa di dottrina», e che di lì si recò in Tebaide, dove morì in età assai avanzata un 18 settembre. Gli abitanti del luogo, tuttavia, restituirono il suo corpo all'isola di Creta, dove venne sepolto in località chiamata Rado (nel luogo stesso in cui si trovava la tomba di s. Cirillo, così precisa la nota) e anche ivi «da allora fino ad oggi» continuarono i prodigi dovuti alla sua intercessione.
È difficile precisare l'età in cui visse il nostro santo: certamente egli fu anteriore a s. Cirillo, il quale venne martirizzato dai Saraceni nell’824 e col quale finì la giurisdizione metropolitica di Gortina, essendo stata questa città completamente distrutta dagli Arabi. La notizia del suo viaggio a Roma potrebbe poi portarci a prima del 752, ad un'epoca, cioè, in cui l'isola di Creta, facendo parte dell'Illyricum, dipendeva ancora dalla giurisdizione romana (fu nel 752 circa che l'imperatore Costantino V compì l'annessione di Creta al patriarcato di Costantinopoli): d’altra parte, un accenno che si ha su una sua predicazione sulla dottrina delle due volontà e delle due operazioni in Cristo sembra portarlo in un’epoca posteriore al monotelismo. Ma, come si è detto, tutti questi dati offertici dai sinassari hanno un valore assai mediocre: l'unico elemento sicuro che ce lo fa riguardare come un santo è la venerazione alla sua memoria dimostrataci dal culto al suo sepolcro e dalla celebrazione del 18 settembre.
Autore: Giovanni Lucchesi
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