III secolo
Con san Zama, protovescovo di Bologna, risaliamo alle radici della Chiesa petroniana fecondata dal sangue dei martiri. Come attesta l'Elenco Renano (anteriore al sec.XII), svolse la sua missione nel III secolo e probabilmente conobbe la persecuzione di Diocleziano e la pace costantiniana. Il corpo di Zama e quello di Faustiniano furono traslati dalla chiesa dei santi Nabore e Felice alla Chiesa Cattedrale e posti sotto l'altare maggiore il 4 maggio 1586 per volontà del card. Gabriele Paleotti. Fra gli altri vescovi bolognesi, è degno di speciale menzione sant'Eusebio, intrepido difensore della fede cattolica al Concilio di Aquileia (381). Fu molto caro a sant'Ambrogio di Milano e da lui lodato per la capacità di proporre l'ideale della verginità: "piscator Ecclesiae Bononiensis aptus ad hoc piscandis genus" (pescatore della Chiesa Bolognese particolarmente abile nel far emergere vocazioni verginali) (De Virginitate 130). Con lui si ricordano oggi tutti i santi Vescovi della Chiesa bolognese.
Emblema: Bastone pastorale
Martirologio Romano: A Bologna, san Zama, ritenuto primo vescovo della città.
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È accaduto nel corso dei secoli e dei millenni, che il primo vescovo di una città, fondatore della prima comunità cristiana del luogo, da cui ebbe origine la diocesi, spesso morto martire, sia stato “sorpassato” nella devozione popolare, da altre figure di santi, nati o giunti nella città, con tanti meriti spirituali e sociali, da essere poi invocati come santi patroni principali. Per darne un esempio: S. Rufino primo vescovo e s. Francesco ad Assisi; s. Prosdocimo primo vescovo e sant’ Antonio a Padova; s. Mamiliano primo vescovo e s. Rosalia a Palermo; s. Aspreno primo vescovo e s. Gennaro a Napoli; così è stato per il primo vescovo di Bologna s. Zama e s. Petronio. La sua posizione come primo vescovo di Bologna, è citata nel più antico catalogo dei vescovi bolognesi “L’Elenco Renano”, redatto in un’epoca anteriore al XII secolo; per il resto nessuna informazione esiste sulla vita e sull’epoca dell’episcopato; quindi quel poco che si sa, sono solo deduzioni di studiosi. Il cardinale Cesare Baronio (1538-1607), estensore del ‘Martirologio Romano’, affermò che s. Zama fu ordinato vescovo da papa Dionigi (259-268), quindi nella seconda metà del III secolo. Inoltre il periodo può essere desunto dal fatto, che nell’’Elenco Renano’ il quinto vescovo di Bologna sant’ Eusebio, fu contemporaneo di s. Ambrogio (340-397), retrocedendo nel computo degli anni, s. Zama poté essere vescovo alla fine del III secolo - inizio del IV; conobbe quindi la crudele persecuzione di Diocleziano (243-313) e la successiva pace di Costantino I il Grande (280-337) ma non fu martire. Gli antichi testi (Elenco Renano, Vita di s. Petronio) e una lapide del XIII secolo, esistente nell’abbazia bolognese dei SS. Nabore e Felice, pur nominandolo, non lo riportano come santo. Il primo a considerarlo tale nel 1541, fu Leandro Alberti (1479-1552) frate domenicano, storico e geografo bolognese, nelle sue “Historie di Bologna”; ma fu solo con la traslazione delle reliquie di s. Zama e di s. Faustiniano, dalla chiesa dei SS. Nabore e Felice, alla Chiesa Cattedrale dove furono posti sotto l’altare maggiore, per volere del card. Gabriele Paleotti, il 4 maggio 1586, che il suo culto ebbe larga diffusione. Fino al 1961 veniva celebrato il 24 gennaio; poi con la riforma del Calendario Bolognese, è ricordato il 28 settembre e con lui tutti i santi vescovi della diocesi emiliana.
Autore: Antonio Borrelli
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