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San Bavone di Gand Eremita
Festa:
1 ottobre
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Brabant, Liegi, Belgio, 589 - Gand, 1° ottobre 659
Di Bavone (in fiammingo Baafs) esistono quattro «Vite» in gran parte leggendarie. Sarebbe morto prima del 659. Nobile di alto rango, sposò la figlia del conte merovingio Adilone. Rimasto vedovo, seguì sant'Amando che stava evangelizzando le pagane Fiandre. Distribuì le sue terre ai poveri ed entrò nel monastero benedettino di Gand, che prese poi il suo nome. Fattosi missionario con Amando, tornò in seguito a Gand e visse gli ultimi tre anni da eremita nel cavo di un grosso albero. Sue reliquie sono nella cattedrale di Gand e nell'abbazia di Nelse-la-Reposte. (Avvenire)
Martirologio Romano: A Gand nelle Fiandre, nell’odierno Belgio, san Bavone, monaco, che fu discepolo di sant’Amando; abbandonato il mondo, distribuì i suoi beni ai poveri e si ritirò nel monastero fondato in questo luogo.
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Di questo santo fiammingo esistono quattro ‘Vite’ in buona parte leggendarie, come del resto la maggioranza delle vite dei santi dei primi secoli; la più antica che parla di Bavone (in fiammingo Baafs), è stata scritta probabilmente al tempo di Eginardo abate († 844), due secoli dopo la morte di Bavone, che si suppone avvenuta un 1° ottobre prima del 659; essa fu posta in versi intorno al 980. Bavone nacque in una famiglia di alto rango sociale e sposò la figlia del conte merovingio Adilone ed ebbe una figlia di nome Agletrude. La giovane moglie morì, non si sa come e Bavone colpito dalla disgrazia, interruppe la sua vita dissoluta e cadde in preda ad una crisi morale, che fu il punto di partenza della sua conversione. Si recò da s. Amando che stava predicando alle popolazioni ancora pagane della regione di Gand e per suo consiglio distribuì ai poveri le sue terre di Hesbaye, dove era nato ed entrò nel monastero di Ganda come religioso, monastero appena fondato da s. Amando e che in seguito si chiamerà ‘S. Bavone di Gand’. Divenne discepolo del santo missionario e lo seguì nelle sue peregrinazioni apostoliche nelle Fiandre; dopo un certo tempo ritornò a Ganda, dove fattosi costruire una piccola cella nel cavo di un grosso albero, condusse vita eremitica ed ascetica per tre anni. Ma le privazioni ed i sacrifici lo indebolirono rapidamente, morendo verso il 659; il suo corpo fu sepolto nel monastero di Ganda. Allo stato attuale, le sue reliquie riposerebbero in parte nella cattedrale di Gand e in parte nell’abbazia benedettina di Nesle-la-Reposte, località dove si erano rifugiati i monaci fuggiti da Ganda, per sottrarsi alle invasioni normanne, verso l’882-83.
Autore: Antonio Borrelli
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