sec. V
Secondo una tradizione era cognato di Teodosio II. Divenuto vescovo di Bologna, avrebbe ricostruito la città distrutta per ordine di Teodosio I. In realtà, le informazioni sicure su di lui sono molto poche e imprecise. Forse discendente della famiglia consolare Petronia, avrebbe dimorato in Gallia e ricoperto alte cariche civili prima della crisi religiosa in seguito alla quale abbandonò onori e potere. Petronio fu ordinato sacerdote dal vescovo di Milano intorno al 421. Morto il vescovo di Bologna ,Felice, sarebbe stato il suo successore. Dopo la sua morte avvenuta sotto Teodosio e Valentiniano, fu molto venerato nella sua città. I bolognesi (che amano definirsi petroniani), gli hanno dedicato una grande basilica la cui costruzione iniziata nel 1390, è stata abbellita nei secoli da artisti di grande talento.
Patronato: Bologna
Etimologia: Petronio = di luogo pietroso, dal latino
Emblema: Bastone pastorale
Martirologio Romano: A Bologna, san Petronio, vescovo, che, rinunciando dall’autorità di questo mondo, ascese al ministero sacerdotale e dispensò nei suoi scritti e con il suo esempio insegnamenti riguardo ai doveri dei vescovi.
|
C'è un profondo, antico legame che unisce il ricordo di San Petronio ai fedeli di Bologna, a quei cittadini, cioè, che vengono anche comunemente indicati come "Petroniani", con termine che commenta efficacemente l'affetto dei Bolognesi per il loro Santo.
Petronio fu l'ottavo Vescovo di Bologna, e visse sulla metà del V secolo. Un secolo dolente, nella storia d'Italia, per rovine, lutti e sconvolgimenti creati dalle invasioni barbariche.
Proprio in quel tempo, rifulse l'opera provvidenziale e benefica del Santo, come di moltissimi altri Vescovi, che nelle città prive di ogni appoggio e preda di ogni predatore, restarono unica autorità accetta e accettabile, a difesa del bene spirituale e materiale del loro gregge.
Anche Petronio, come molti altri Vescovi del tempo, proveniva dalla pubblica amministrazione, funzionario e figlio di funzionario. Si dice che fosse nato in Spagna, da padre romano, e in Spagna fu anch'egli Prefetto del pretorio, prima di venire in Italia, dove il Papa Celestino I lo convinse ad accettare, verso il 430, la Cattedra bolognese.
Bologna era allora diocesi suffraganea di Milano, e perciò i Vescovi milanesi vi si fermavano spesso. Uno fu il grande Sant'Ambrogio, che vi consacrò diverse chiese, tra le quali quella dei Martiri Vitale e Agricola.
Accanto a questa, il Vescovo Petronio costruì altri edifici sacri, facendo nascere quel suggestivo complesso di monumenti che i Bolognesi chiamano " le sette chiese ". Oltre a ciò, San Petronio fece costruire, intorno alle " sette chiese ", un intero quartiere a immagine di Gerusalemme e dei suoi santuari, per meglio proporre al popolo il culto dei Santi e la devozione per i sacri misteri.
Prima di dar mano alle chiese, però, San Petronio aveva ricostruito le case dei bolognesi. E intorno alle case aveva allargato e rinforzato la cerchia delle mura cittadine. Fu dunque un tipico esempio di saggezza e di premura, sollecito del bene spirituale e anche materiale dei fedeli e della sicurezza militare.
La sua vita era spiritualmente intensa, presso una comunità di monaci contemplativi. Durante il suo episcopato, la città venne riordinata e la diocesi rinnovata nelle opere e nella fede.
Dopo la morte del grande Vescovo bolognese, avvenuta verso il 480, le reliquie del Santo vennero onorate costruendovi sopra una chiesa che divenne poi una delle più grandi e più belle della cristianità, e che ancora costituisce il centro ideale di Bologna, benché non ne sia la cattedrale.
Fonte:
|
|
Archivio Parrocchia
|
|