m. 560
Guarito miracolosamente, secondo Gregorio di Tours, grazie all'intercessione di s. Martino, Augusto si diede alla vita monastica, insieme con alcuni compagni. Il vescovo di Bourges, Probiano, lo nominò abate di S. Sinforiano, monastero da lui fondato nei dintorni della città, e Augustoattese al suo compito con rara prudenza e saggezza. Una visione gli fece conoscere il luogo ove era sepolto il corpo di s. Orsino, primo vescovo di Bourges.
Etimologia: Augusto = consacrato agli auguri
Emblema: Bastone pastorale
Martirologio Romano: Presso Bourges in Aquitania, in Francia, sant’Augusto, sacerdote e abate, che aveva le mani e i piedi così contratti da non potersi sostenere se non con le ginocchia e i gomiti; sanato per intercessione di san Martino, radunò intorno a sé dei monaci e attese initerrottamente alla preghiera.
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Il Calendario della Chiesa segna per oggi la ricorrenza della Madonna del Rosario: una festa la cui origine risale al Papa San Pio V, che con questa intese festeggiare la vittoria della flotta cristiana contro quella turca, a Lepanto, nel 1571. Non molti Santi di chiara fama sono nominati oggi dal Martirologio Romano. Abbastanza popolare, un tempo, era la coppia dei Santi Sergio e Bacco, ma le loro figure appartengono quasi totalmente alla leggenda. Sant'Augusto, ci attira subito per la celebrità del nome, che, prima di diventare proprio di persona, fu aggettivo e attributo dei romani Imperatori, a cominciare dal primo e maggiore, Ottaviano Augusto, successore di Cesare: sovrano giusto e pacifico, sotto il cui scettro nacque, nella lontana Betlemme, Gesù. Ci sono nel Calendario tre o quattro santi di nome Augusto: quello di oggi è il più celebre, anche se la sua devozione è stata piuttosto limitata. Fu francese, e visse a Bourges nel VI secolo: almeno nei suoi tratti fisici non ebbe nulla in comune con l'Imperatore di cui ripeteva il nome - e il cui aspetto ci è noto, con sufficiente esattezza, dalle pagine degli scrittori e soprattutto dalle opere d'arte. San Gregorio di Tours lo dice infatti anchilosato ai piedi e alle mani. Per muoversi, si trascinava faticosamente e penosamente sui gomiti e sulle ginocchia. Ma l'infermità delle membra non lo scoraggiò, né rese anchilosata la sua anima, che restò sana e integra, di cristiano ricco di buona volontà. Aiutato dalle elemosine dei fedeli, Sant'Augusto si propose di costruire una chiesa dedicata al grande Vescovo francese San Martino. Riuscì infatti a compiere quell'impresa che sembrava tanto superiore alle sue forze. E quando la chiesa fu terminata, a Bourges, egli vi fece portare alcune preziose reliquie del Santo titolare. Si narra che proprio per la virtù taumaturgica di queste reliquie, lo storpio che non si era arreso davanti alla sua infermità riacquistasse l'uso delle membra. Ma non approfittò per allontanarsi: restò presso la chiesa da lui costruita, in una piccola comunità monastica. Se da infermo aveva superato le menomazioni del suo corpo rattrappito, risanato seppe soggiogare il corpo vigoroso. Rifiutò le gambe a vani movimenti, le mani a indegne occupazioni. Stette fermo e tranquillo, in preghiera e in penitenza. Il Vescovo della città lo creò Abate del monastero di San Sinforiano, e Sant'Augusto, senza abbandonare i suoi monaci penitenti, governò di lì, saggiamente, tanto l'una quanto l'altra comunità. E in tale incombenza santamente morì, si crede verso il 560, in circostanze che non conosciamo.
Fonte:
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Archivio Parrocchia
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