960/970 ca. - 14 ottobre 1011 ca.
Martirologio Romano: A Gniezno in Polonia, san Gaudenzio o Radzim, vescovo, che, fratello secondo la carne e secondo lo spirito, nonché fedele compagno di sant’Adalberto vescovo di Praga, assistette al suo martirio e fu poi gettato egli stesso in carcere.
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San Gaudenzio (lat. Gaudentius; boemiano Radim; poi Radzim), primo arcivescovo di Gnesna.
Nacque tra il 960 e il 970, da Slavnik, signore di Libice (Boemia); non è noto il nome della madre.
Fratello di san Adalberto martire, vescovo di Praga, fu forse alunno delle scuole di Magdeburgo. Nel 988 si recò con Adalberto a Roma con l’idea di un pellegrinaggio in Terra Santa.
Entrato tra i Benedettini del monastero dei santi Alessio e Bonifacio sull’Aventino, vi fu probabilmente ordinato sacerdote. Dopo aver accompagnato Adalberto a Praga, nel 996, Gaudenzio lo seguì anche in Polonia alla corte di Boleslao I. Prese parte alla missione di Adalberto tra i Pruteni (Borussi) sul litorale del Baltico, e fu testimone del suo martirio (23 aprile 997), del quale portò notizia a Boleslao.
Avvenuta nel frattempo la strage della famiglia di Slavnik in Boemia, Gaudenzio rimase forse per un certo tempo alla corte di Polonia (come l’altro fratello, Sobiedor); poi fu di nuovo a Roma tra il 997 e il 999 dove, probabilmente, collaborò con Silvestro II alla redazione della Vita Maior di sant'Adalberto. Firmò il 2 dicembre 999 il diploma di Ottone III per la badia di Farfa con la qualifica Archiepiscopus san Adalberti. Le cronache polacche notano la sua consacrazione nel 999.
Assunse l'archidiocesi di Gnesna nella primavera del 1000 alla presenza di Boleslao I, di Ottone III e di altri principi. Suffraganee di Gnesna erano allora le diocesi di Kolobrzeg (Salza Colbergensis), di Vratislavia e di Cracovia (quella di Posnania, dove era già il vescovo Unger, non fu sottoposta a Gnesna che più tardi).
La Cronaca del ben noto Gallus Anonimus informa di una scomunica, lanciata da Gaudenzio in Polonia, non precisando, però, contro chi né per quale causa, collegandola tuttavia con i disordini che si verificarono nel paese dopo la morte del re Mieszko II (1034), cioè durante il regno di Boleslao «l’obliato» (fino al 1038). Secondo recenti ricerche, causa di tali disordini furono probabilmente le liti fra i fedeli di rito latino e quelli di rito romano-slavico. Si può quindi proporre l’ipotesi che Gaudenzio fosse intervenuto in questa lite, che covava già ai suoi tempi; ed essendo egli di rito latino, come anche sant'Adalberto, il quale si era forse già opposto al rito romano-slavico, si potrebbe andare più oltre nell’ipotesi supponendo che la scomunica della quale riferisce Gallus Anonimus, sia stata anche collegata con le controversie fra i riti, e probabilmente diretta a favorire la parte latina.
La data della morte di Gaudenzio è il 14 ottobre, l'anno però non è sicuro: certo non prima del 1011 e forse molto più tardi. Fu sepolto nella cattedrale di Gnesna e ivi venerato, pur senza che sia stato fatto un processo di beatificazione. Il suo corpo fu probabilmente trasferito a Praga nel 1038.
Autore: Valeriano Meysztowicz
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