Martirologio Romano: A Edessa nell’antica Siria, commemorazione di san Barsen, vescovo, che, relegato dall’imperatore ariano Valente in regioni lontane per la sua retta fede e condannato all’esilio in tre luoghi diversi, terminò la sua vita in un giorno rimasto ignoto del mese di marzo.
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Fu una delle vittime più illustri della persecuzione ariana. Dopo aver condotto vita solitaria nella Mesopotamia settentrionale, nei dintorni di Edessa, nel 361 divenne vescovo di questa città. Ben presto dovette prendere un atteggiamento fermo nei riguardi degli ariani, che non tardarono a creargli gravi difficoltà. Nel 373 fu espulso dall'imperatore Valente dalla sua sede e relegato nell'isola di Arado (Aruad) sulle coste della Fenicia dove divenne un maestro di ortodossia per moltissimi fedeli ed ecclesiastici che accorrevano da tutte le parti. San Basilio stesso gli inviò nel 376 due celebri epistole, consolandolo e chiedendogli preghiere. Alla fine, vista l'insufficienza di questo confino, Valente si decise a confinarlo ancor più lontano, a Ossirinco, nell'Egitto, e poi in una località ai margini del mondo civile, detta Philo, forse verso la Libia. Qui morì nel 378, nel mese di marzo.
Il Martirologio Siriaco di Rabban Slibã lo commemora il 12 kãnùn rãy (gennaio), mentre i menei greci lo ricordano al 15 ottobre, giorno in cui il suo elogio è stato inserito dal Baronio nel Martirologio Romano, forse per un richiamo al martire Barsimeo (Barsamya), pure vescovo di Edessa, ricordato poco prima. Una reliquia del nostro santo, il lettuccio da lui usato nell'isola di Arado, ebbe particolare venerazione nell'antichità.
Autore: Giorgio Eldarov
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