Il 20 ottobre, nelle aggiunte al Martirologio Geronimiano, è commemorato Caprasio (fr. Caprais), al quale, come ricorda san Gregorio di Tours, fu dedicata una chiesa, divenuta in prosieguo di tempo, dopo varie vicende e in seguito al Concordato del 1801, la cattedrale di Agen.
Purtroppo, le notizie su Caprasio sono state trasmesse da leggende agiografiche non anteriori al sec. IX, nelle quali è arduo distinguere il vero dal falso. In un cod. del sec. X si trova una passio di Caprasio che, tuttavia, è pura e semplice riproduzione di quella di san Sinforiano di Autun; in genere, però, tutti gli altri codd. narrano le vicende di Caprasio unitamente a quelle di santa Fede, martire anch'ella ad Agen.
Secondo questi testi, dunque, Caprasio, per sfuggire alla persecuzione di Diocleziano, si era ritirato in una spelonca. Venuto a conoscenza del martirio di Fede, desiderò esserne partecipe e, confortato da un prodigio, si presentò al giudice Daciano che, lusingandolo, cercò dapprima di indurlo ad apostatare, ma poi, vedendolo irremovibile, lo consegnò ai carnefici. Mentre il martire era torturato, si convertirono due fratelli, Primo e Feliciano, che, insieme con Fede e Caprasio, furono decapitati il 6 ottobre. I corpi dei quattro, esposti in una piazza, furono trafugati dai cristiani e sepolti onoratamente; in seguito furono traslati dal vescovo Dulcizio nella chiesa dedicata alla Vergine.
Dopo l'invenzione del corpo (sec. V), il culto di Caprasio ebbe un grande sviluppo, tanto che, nel sec. XIV, egli era ritenuto il protovescovo di Agen.
Autore: Agostino Amore
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