Il redattore della Vita di G., nel IX o X sec, ha voluto certamente fare opera di edificazione più che di storia. A credergli Guanaele apparteneva ad una famiglia nobile della Cotnovaglia. Aveva sette anni quando un giorno, a Ergué-Gabéric, mentre giocava con altri fanciulli della stessa età, vide passare s. Winwaleo, il fondatore dell'abbazia di Landevennec, che gli propose di seguirlo. Il fanciullo accettò subito con gioia. Nel monastero, dove i suoi genitori lo lasciarono, divenne, malgrado la sua gioventù, un modello per gli altri religiosi; accresceva l'austerità e i rigori ascetici cari ai monaci brettoni: passava lunghe notti d'inverno nell'acqua ghiaccia del vivaio a recitare i salmi. Morendo, s. Winwaleo lo designò suo successore, ma dopo sette anni, Guanaele si dimise dalla carica, già accettata a malincuore, per andare, con undici monaci a formarsi alle vere tradizioni monastiche, che credeva meglio conservate in Inghilterra e in Irlanda. Qui infatti passò trentaquattro anni a predicare, a ristabilire la disciplina nei monasteri e a fondarne altri. Ritornò poi in Bretagna, non a Landevennec, ma nell'isola di Groix, dove, al suo arrivo, le campane si misero a suonare da sole. Di là passò sulla costa del Morbihan e fondò ancora un monastero in cui morì un 3 nov., verso il 580-590. Si è generalmente d'accordo oggi nel porre a Logunel nel Caudan, sulla sponda del Blavet (Morbihan) questo monastero anonimo che, aggiunge la Vita latina, non ebbe grande sviluppo e la tomba di s. Guanaele rimase senza onore, fino all'epoca in cui Nominoè, re di Bretagna, potenziò il culto del santo e ingrandì il monastero (verso l'850). Ma poco dopo, verso l'865, con le loro incursioni lungo le coste brettoni, i Normanni obbligarono i monaci ad abbandonarlo portando con sé le reliquie di s. Guanaele, che furono ricevute con onore e venerate a Corbeil, a Parigi, poi di nuovo a Corbeil. Qui sorse un'abbazia che contribuì a far conoscere il nostro santo nella regione parigina, sotto il nome di Guénault. Nel. sec. XVII, Albert Le Grand credette opportuno aggiungere ancora del suo a un racconto già abbastanza movimentato: secondo lui, s. Guanaele, dopo il suo soggiorno a Groix, ritornò a Landevennec come abate per tre anni, e dopo una nuova assenza, vi tornò ancora una volta per morirvi. Per aggiungere una variante, il Proprio di Vannes del 1757 vuole, al contrario, che s. Guanaele sia stato sotterrato a Vannes. Gli altri Propri dicono più semplicemente che un vescovo di Vannes riportò da Corbie le reliquie del santo e le depose in una tomba nella sua cattedrale, di cui Guanaele fu considerato per qualche tempo secondo patrono. Questa tomba, alta ca. un metro, fu rifatta nel sec. XV. e poi demolita nel 1721 quando si ricostruì il coro romanico della cattedrale. Oggi rimane soltanto una bella statua, del sec. XVII, nella cattedrale e una strada adiacente che porta il nome di Guenaele Ergué-Gaberic, Plougonvelen e Bolazec nella diocesi di Quimper, Tréguidel e Lescoat-Goarec, nella diocesi di Saint-Brieuc, lo hanno per patrono, e a lui sono dedicate anche molte cappelle nella diocesi di Vannes. La sua festa ricorre il 3 nov.; iscritta nel secolo passato anche a Parigi, lo è oggi a Vannes, Quimper e nell'abbazia di Landevennec; il suo nome è ancora dato frequentemente ai bambini al Battesimo.
Autore: Jean Evenou
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