† 6 novembre 1070
Religioso dei Canonici Regolari di Sant'Agostino, a Dorat, Francia. Esercitando la funzione di guardiano, non usciva mai dalla chiesa se non per prestare assistenza agli infermi.
Martirologio Romano: A Dorat nel territorio di Limoges ancora in Francia, san Teobaldo, sacerdote, che, canonico regolare preposto all’ufficio di custode, non uscì mai dalle mura della chiesa, se non per assistere gli infermi e provvedere alle loro necessità.
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Santi ISRAELE e TEOBALDO
L'antica abbazia benedettina di Le Dorat (H.teVienne), distrutta nell' 866 dai Normanni, fu riedificata nel 944 da Bosone il Vecchio, conte della Marca, il quale in un primo tempo si attribuì il titolo di abate, ma poi, nel 987, l'affidò ai Canonici Regolari di s. Agostino sotto la direzione dell'abate Folicaldo.
Tra le persone insigni per santità che vi fiorirono nel sec. XI sono i due santi: Israele (m. 22 o 31 dic. 1014) e Teobaldo (m. 6 nov. 1070). Il primo, autore di poesie religiose che erano lette ancora nel sec. XVII, venne invitato da Ilduino vescovo di Limoges, ad insegnare nella scuola episcopale di questa città e vi divenne prete e vicario generale, pur rimanendo maestro di canto a Le Dorat. Viva fu la sua carità nell'assistere gli ammalati di epidemie scoppiate negli anni 989 e 990 e saggia la sua influenza anche alla corte di re Roberto il Pio: l'arcivescovo di Reims, Gerberto, ne aveva grande stima e divenuto papa Silvestro II (999-1103) lo creò prevosto di Saint-Junien. Tornò a Le Dorat prima come insegnante nel 1006, poi definitivamente nel 1013 quando un furioso incendio aveva devastata l'abbazia. Vi morì alla fine dell' anno seguente.
Più ritirata è la vita di s. Teobaldo, trascorsa in umile nascondimento. Nato nella provincia di Limoges (a Chaix, se vogliamo credere ad una tradizione locale), si recò a studiare a Périgueux, poi tornò in patria ed entrò tra i Canonici di Le Dorat, dove fu discepolo di Israele, almeno secondo una tradizione raccolta dalle lezione del suo Ufficio, composto nel sec. XVII. Per desiderio dei confratelli che lo volevano sacerdote, fu iniziato agli ordini sacri, ma pare che non raggiungesse il sacerdozio. Passava tutta la sua giornata in chiesa e non ne usciva che per visitare gli infermi, cosicché venne eletto custode e sacrista della chiesa stessa, ed a queste cure si dedicò con ogni impegno. Non si accontentava della comune recita del notturno sub gallicinii tempore, ma passava quasi tutta la notte in preghiera e penitenza. Morì santamente il 6 nov. 1070.
Sepolti ambedue nel cimitero comune, in seguito ai miracoli che cominciarono a verificarsi sulle loro tombe, furono traslati nella cripta della chiesa di S. Pietro il 27 genn. 1130, poi nella chiesa superiore il 13 sett. 1659. Da questa data ogni sette anni se ne fa la solenne ostensione delle reliquie, con grande concorso di popolo.
Le Vitae dei due santi hanno un certo valore: furono scritte nell'ambiente di Le Dorat poco dopo la loro morte. Però solo dal sec. XVII abbiamo notizia di feste liturgiche in loro onore, nella diocesi di Limoges: dal 1659, al 27 genn. (prima traslazione) e dal 1872, al 13 sett. (seconda traslazione).
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