Il più antico culto per il santo martire Tiberio, risulta dalla presenza di un’antica abbazia a lui dedicata, già esistente nell’817, i cui resti insieme a quelli di un ponte romano, sono conservati nel borgo di Saint-Thibéry nel Dipartimento dell’Hérault in Francia, che sorse sulla colonia romana di Cessero. In quell’epoca le reliquie del santo si trovavano nella chiesa abbaziale e il suo culto non aveva compagni. Nel periodo 830-837, l’agiografo Floro di Lione nel suo ‘Martirologio’ lo celebra al 10 novembre, accomunandogli nel martirio altri due compagni Modesto e Fiorenza; essi sarebbero stati martirizzati dopo vari tormenti nel territorio di Agde, dove nei suoi pressi sorse la succitata abbazia di Saint-Thibéry, al tempo dell’imperatore Diocleziano (243-313), i successivi ‘Martirologi’ hanno riportato alla lettera questa celebrazione. Il culto per il martire fu molto diffuso in varie città francesi da Frejus a Marsiglia ad Arles, Narbonne, Bordeaux; dopo il 1626 l’abbazia di Marchtal nel Würtemberg in Germania, asseriva di avere la reliquia del capo di Tiberio, per cui nella regione il culto del santo prese una grande notorietà. Nonostante queste antiche citazioni, dei tre martiri si riconosce solo l’esistenza di s. Tiberio, degli altri due Modesto e Fiorenza, non si sa proprio niente, ma anche di lui e della sua vita, non si sa niente di certo, se fosse un santo locale o come avveniva spesso, importato da altre zone. La sua celebrazione è al 10 novembre; nel 1896 ad opera di G. Knauff, uscì stampata una elegia in lingua tedesca, ove erano raccontati 30 miracoli avvenuti a Marchtal per intercessione del santo martire. Il nome proviene dal latino ‘Tiberius’ a sua volta tratto da ‘Tiberis’ (Tevere), usato un po’ in tutta Italia, per la presenza anche di un martire dello stesso nome presso Pinerolo. Fu portato dall’imperatore Tiberio che risiedeva in gran parte a Capri in una sontuosa villa a strapiombo sul mare; ancora oggi la località caprese porta il suo nome.
Autore: Antonio Borrelli
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