Una passio, scritta nell'850-875 (?) sotto l'influenza della abbazia di S. Dionigi, priva, peraltro, di ogni carattere storico, pretende che Eugenio fosse cittadino romano. Andando in Francia, s. Dionigi l'Aeropagita lo incontrò e gli conferì l'episcopato, assegnandogli Toledo come campo di apostolato. Dopo alcuni anni di predicazione fruttuosa, Eugenio volle rivedere Dionigi, di cui ignorava il martirio, per informarlo del suo lavoro. Fu anche lui arrestato per ordine di Fescennino Sisinnio e decapitato il 15 novembre. Gli indicò dove si trovava il corpo del martire.
Solo dato certo è che a Deuil si trovava un modesto santuario che si gloriava di possedere le reliquie di s. Eugenio e l'origine di questo culto sembra essere la deposizione delle spoglie del martire, probabilmente orientale, sotto l'altare della chiesa. Le reliquie, senza dubbio per metterle al riparo dai Normanni, furono trasferite in S. Dionigi.
Eugenio è citato il 15 novembre dal Martirologio di Wandeberto di Prum (verso l'848) e da quello di Usuardo (verso l'875), i quali, però, non parlano affatto del suo carattere episcopale. Il 18 agosto 919 (?) il suo corpo, per iniziativa del riformatore monastico, s. Gerardo, fu portato da S. Dionigi a Brogne (oggi nella diocesi di Namur). Nella descrizione di questo trasferimento Eugenio ha ricevuto il titolo di vescovo di Toledo.
Deuil, malgrado la duplice traslazione, continuò a venerare il santo. La sua chiesa, ceduta nel 1060 a s. Florenzo di Saumur, fu ricostruita nei secc. XI-XII e restaurata recentemente. Nel sec. XIII s. Eugenio appariva nei libri liturgici di Parigi e nei calendari di altre Chiese, ma solo col titolo di martire; all'opposto, l'abbazia di S. Dionigi, ispirandosi ai dati della passio, festeggiò il santo come martire e vescovo di Toledo, titolo che, sotto la influenza della stessa passio, è accordato ad Eugenio dai libri liturgici di Liegi e dal Martirologio di Echternach (cod. Paris. 10158) della fine del sec. XII.
Anche in Spagna il culto di Eugenio dipende completamente delle leggende di s. Dionigi. Non vi era, d'altra parte, nessuna venerazione liturgica prima della traslazione del 1156: il 12 febbraio di quell'anno, su richiesta di Luigi VII, re di Francia, prima, e poi del re di Castiglia, Alfonso VII, l'abate di S. Dionigi portò un braccio del santo a Toledo. Nello stesso modo, a seguito delle istanze di Filippo II, dopo Carlo X, i monaci di s. Dionigi accordarono alla cattedrale di Toledo tutto ciò che ancora possedevano di reliquie, ad eccezione di un braccio. Questa traslazione, avvenuta il 18 novembre 1565, come la precedente, pone un problema di autenticità, perché anche a Brogne si diceva di possedere il corpo intero del santo. Nel 1736 il Breviario parigino di Ventimiglia accorda a Eugenio una lezione storica, che riprende i dati leggendari della passio.
Autore: Rombaut Van Doren
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