Compare già nel Martirologio Geronimiano il 20 novembre, insieme con altri sette martiri, localizzati genericamente in Spanis. Il Martirologio Romano, seguendo Usuardo, ne anticipa la festa al 19 novembre e ne fa un vescovo di Astigi nella Betica, ora Ecija (diocesi di Siviglia), decapitato per la fede. Le precisazioni di Usuardo non erano peregrine: nel 1909, infatti, I. Bonsor scoprì a Carmona, presso Siviglia, un frammento di calendario lapideo risalente, pare, al sec. VI, in cui, al 13 maggio, si legge «III id. maias Sci Crispini et Muci mar». Non può essere che Crispino, di cui probabilmente a Carmona si festeggiava il 13 maggio un arrivo di reliquie, sicché la sua festa fu unita a quella del noto martire orientale Mucio o Mocio, che cadeva l'11 dello stesso mese.
Il calendario di Cordova del 961, ponendone la festa al 20 novembre, lo dice sepolto nel monastero «quod est in sinistro civitatis Astige», cioè «a nord di Astige». Probabilmente originario di Astigi e non posteriore al sec. X, è l'inno del Breviario mozarabico «Insignem Christi Crispinum laudemus martyrem» che, pur dando particolari sul martirio del santo e sui miracoli che gli erano attribuiti, non lo dice vescovo. Così, invece, lo chiamano i calendari mozarabici del sec. XI, commemorandolo il 21 novembre; probabilmente, essi si rifanno a tradizioni locali.
Concludendo, si può dire che Crispino fu vescovo di Astigi dove, in una persecuzione del sec. III, subì il martirio della decapitazione e dove fu sepolto e venerato per tutto l'alto Medioevo.
Autore: Ireneo Daniele
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