Etimologia: Agapio = amore per il prossimo, dal greco
Martirologio Romano: A Cesarea in Palestina, sant’Agapio, martire: già più volte sottoposto ai supplizi, ma sempre rinviato a più grandi combattimenti, secondo la tradizione durante i giochi dell’anfiteatro fu dato in pasto ad un orso in presenza dello stesso Massimino e, poiché respirava ancora, il giorno dopo fu affogato in mare con delle pietre legate ai suoi piedi.
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Santi TIMOTEO, AGAPIO e TECLA, martiri
Eusebio di Cesarea nel suo trattato su "I martiri di Palestina" inizia la descrizione di ciò che avvenne durante il secondo anno della persecuzione (304-505) nel suo paese, dopo l'arrivo del governatore Urbano, con il racconto del martirio di Timoteo.
«A Gaza, città della Palestina, Timoteo, dopo aver sopportato molte torture, venne infine gettato su un fuoco basso e lento. Dando una autenticissima prova della sua pietà verso Dio con la pazienza nel sopportare tutti i supplizi, egli guadagnò la corona degli atleti vincitori nei giochi sacri della religione».
E, subito dopo questo breve racconto, in cui è riassunto tutto quanto si conosce su Timoteo, Eusebio continua: «Nello stesso suo tempo, Agapio e Tecla, nostra contemporanea, dimostrarono una generosissima resistenza e vennero condannati a servire di cibo alle belve».
La narrazione di Eusebio (almeno nella recensione breve) non ci informa di quello che avvenne successivamente a Tecla; per contro si ritrovano alcuni dati complementari a proposito di Agapio, un pò più in là, nella stessa menzione, quando si tratta del quarto anno della persecuzione (306-307). Il vescovo di Cesarea racconta come il 12 delle calende di dicembre, il 20 del mese di dios e cioè al 20 novembre 306 (Eusebio precisa che era di venerdi, ma si tratta di un errore di concordanza poiché in quell'anno il 20 novembre cadeva di mercoledi) alla presenza dell'imperatore Massimino stesso, si svolse il supplizio di Agapio nello stadio di Cesarea, dove egli era già stato condotto in altre circostanze ed ogni volta era stato rimandato dal giudice, che lo riservava ad altre lotte.
Ecco quindi come, secondo Eusebio, Agapio consumò il suo martirio: «In quanto all'atleta della pietà [Agapio] fu chiamato dapprima dal tiranno; poi gli fu chiesto di rinnegare la sua decisione contro promessa della libertà. Ma egli testimoniò a gran voce che non era certo per una cattiva causa ma per la sua pietà verso il Creatore dell'universo che avrebbe volentieri e con piacere sopportato generosamente tutti i maltrattamenti che gli sarebbero stati inflitti. Dicendo questo, aggiunse l'atto alla parola, e si slanciò correndo verso un'orsa scatenatagli contro e si offri con gran letizia per servirle di cibo.
Dopo che quella l'ebbe lasciato, mentre respirava ancora, fu riportato in prigione e colà sopravvisse per un giorno. All'indomani, gli fu legata una pietra ai piedi e fu gettato in mezzo al mare» (I martiri di Palestina, VI, 6-7).
I Sinassari bizantini commemorano insieme i tre martiri Timoteo, Agapio e Tecla al 19 agosto e anche al 19 settembre. Si ritrova ancora la menzione di Timoteo, solo, al 19 febbraio; è tuttavia impossibile dire quale di queste tre date potrebbe essere quella del martirio di Timoteo. In quanto a Agapio, è commemorato da solo al 19 novembre (che sarebbe quindi la vigilia del giorno indicato da Eusebio come quello della sua morte). E' difficile identificare con certezza il Timoteo commemorato al 14 marzo nel Calendario palestino-georgiano del Sinaiticus 34 con il martire omonimo di Gaza. G. Garitte fa notare a ragione che questa data potrebbe essere una risonanza di quella del 24 marzo, che è il giorno della morte del gruppo degli otto martiri di Cesarea, il racconto del cui martirio è dato da Eusebio subito dopo quello di Timoteo. Tale ravvicinamento non basta da solo, tuttavia, a concludere che quest'ultimo venne martirizzato precisamente il 14 marzo 305. Lo stesso calendario commemora Agapio al 22 novembre, data che sarebbe quella del secondo giorno successivo alla sua morte.
Nel Martirologio Geronimiano, al 19 agosto si può ricostruire la menzione di Timoteo da solo, senza gli altri due martiri.
In Occidente i Martirologi storici hanno ignorato il culto di questi tre martiri, sia insieme, sia separatamente. Bisogna giungere a C. Baronio per vedere introdotti nel Martirologio Romano da una parte, al 19 agosto, i tre martiri Timoteo, Tecla e Agapio, senza altra localizzazione che la Palestina, e dall'altra, al 20 novembre Agapio da solo, a Cesarea di Palestina. Nell'elogio a lui dedicato è erroneamente indicato che il martire mori sotto Galerio Massimiano, mentre si tratta di Massimino.
Notiamo infine che a Gaza fu elevata una basilica (martyrion) in onore di Timoteo come riferisce la Vita di san Porfirio di Gaza (v. BSS, X, coli. 103943) di Marco, il Diacono.
Autore: Joseph-Marie Sauget
Fonte:
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