Emblema: Bastone pastorale
Martirologio Romano: A Reims nella Gallia belgica, nell’odierna Francia, passione di san Nicasio, vescovo, che insieme alla sorella Eutropia, vergine consacrata a Cristo, al diacono Fiorenzo e a Giocondo fu ucciso durante una incursione di alcuni pagani davanti alla porta della basilica da lui stesso fondata.
|
Il Catalogo episcopale della Chiesa di Reims, degno di credito e anteriore al IX sec, indica Nicasio come decimo vescovo della città. Lo storico Flodoardo dice la stessa cosa e gli dedica nella sua Historia Remensis ecclesiae un lungo capitolo che, a dire il vero, è pieno di luoghi comuni.
Flodoardo comincia col dire che, pieno di zelo per la bellezza della Chiesa "vergine sposa di Cristo", Nicasio fondò la nuova cattedrale della città posta sotto il titolo della Vergine Maria, togliendo in tal modo tale rango all'antica basilica dei SS. Apostoli. Si è fatto notare che questi titolari di chiese compaiono generalmente più tardi, ma Flodoardo ha potuto facilmente trasporre al V sec. titolazioni in uso al suo tempo e cioè, nel X.
Nel racconto seguono lunghe lamentele sul cattivo comportamento degli abitanti della città che attirarono in tal modo su di essa il castigo divino, cioè l'invasione dei Vandali (407). E' vero che l'autore paragona il suo eroe a s. Aniano di Orlèans e s. Lupo di Troyes che vissero cinquanta anni più tardi, e a s. Servazio di Tongres, morto cinquant'anni prima, ma questi anacronismi sono inseriti in un commento e non nell'episodio centrale del martirio di Nicasio.
Il vescovo si era rifiutato di fuggire e, in compagnia di sua sorella, la vergine Eutropia, esortava gli abitanti di Reims a subire serenamente il martirio. Quando i barbari vennero all'assalto, Nicasio rimase solo sulla soglia della chiesa di Nostra Signora da lui fondata, e qui fu decapitato mentre la sorella subiva la stessa sorte, da lei peraltro cercata per sfuggire a peggiori oltraggi. Alcuni fedeli furono anch'essi assassinati: dopo di che i barbari, in preda ad un improvviso terrore, si ritirarono.
Nelle sue grandi linee, questa narrazione è accettabile. Si può quindi ammettere che N. sia morto durante la grande invasione barbara del 407, mentre i tentativi fatti per riportarlo al tempo degli Unni (451) non sono appoggiati da argomenti validi: è quindi preferibile la tradizione di Reims, rappresentata da Flodoardo.
Un dettaglio del martirio di Nicasio merita particolare attenzione. Nel momento della sua esecuzione, il vescovo recitava il lungo salmo CXVIII; era giunto al versetto "Adhaesit pavimento anima mea", quando gli fu mozzata la testa, che però, caduta al suolo, continuò nel salmo, aggiungendo: "Vivifica me, Domine, secundum verbum tuum". Questo episodio, rilevato dal bollandista M. Coens, e significativo per la storia della cefaloforia (santi che portano la propria testa); infatti, in una testa tagliata, la lingua sembra ancora viva, palpitante, per cui nell'immaginazione degli agiografi, la testa diventa parlante (come in questo caso). Infine il santo decapitato porta egli stesso la sua testa in un determinato luogo che generalmente é quello che egli sceglie per la propria sepoltura.
Nicasio e sua sorella vennero sepolti nella chiesa costruita da Giovino nella metà del sec. IV, chiesa che ebbe per patroni prima s. Agricola e poi lo stesso Nicasio e che divenne, nel sec. XI, il centro di una abbazia benedettina conservatasi fino alla Rivoluzione francese. Il culto del santo vescovo si diffuse largamente nella provincia di Reims: era uno dei santi principali dell'abbazia di S. Amando (Nord) nell'antica diocesi di Tournai. La sua festa si celebra il 14 dicembre, data nella quale Nicasio già è iscritto nel Martirologio Geronimiano, donde, tramite i martirologi storici, è passato nel Romano.
Autore: Henri Platelle
Fonte:
|
|
|
|