Papa Sabiniano, fa parte della serie di sei papi, che inizia con lui e termina con Onorio I (625-638), i quali si adattarono alla supremazia degli imperatori, dopo le lunghe vicende dell’allontanamento del papato dal potere imperiale, specie con il suo predecessore s. Gregorio I Magno (535-604) e rallegrandosi quando l’imperatore dimostrava loro un certo favore. Sabiniano, figlio di un certo Bono, nacque a Blera della Tuscia, piccolo paese in provincia di Viterbo e diversamente dal suo grande predecessore, che prima di essere papa era prefetto di Roma, monaco ed erudito in Diritto e in amministrazione civile, Sabiniano invece era un ecclesiastico che percorse tutte le tappe della relativa carriera. Prima del 592 fu ordinato diacono della Chiesa ed ebbe una certa rilevanza nella Curia pontificia; tanto che papa Gregorio I lo nominò suo apocrisario (ambasciatore o rappresentante ufficiale del papa) presso l’imperatore d’Oriente. Nella prestigiosa carica a Costantinopoli, Sabiniano restò per alcuni anni, almeno fino alla primavera del 597; durante questo periodo fu in contatto continuo con la corte bizantina e con il patriarca di Costantinopoli. Risulta da alcuni documenti pontifici, che Sabiniano fu rimproverato dal papa, perché non si era mostrato energico nel contestare al patriarca Giovanni, che con il consenso dell’imperatore Maurizio, usava il titolo di “patriarca ecumenico”; era un motivo di contrasto nell’affermazione del primato fra la Chiesa di Roma e quella d’Oriente. Al rientro a Roma, ricco dell’esperienza diplomatica, si sa che partecipò ad una missione in Gallia, poi il suo nome ricompare nelle fonti storiche, il 13 settembre 604, quando divenne successore di papa Gregorio I, la consacrazione avvenne in quella data nonostante fosse stato eletto a marzo 604, ma come era usanza in quel tempo, si dovette attendere l’approvazione dell’imperatore di Bisanzio. Possiamo dire che la Curia pontificia, con questa elezione si prese la soddisfazione di portare un suo rappresentante sul soglio di Pietro e Sabiniano non fu da meno, nominò nelle cariche della corte pontificia molti chierici, prediligendo così il clero secolare, al contrario di papa Gregorio, più favorevole ai monaci. Per il fatto che fosse un diacono a diventare papa, era una cosa normale in quei tempi. Dell’attività religiosa ben poco si sa; consacrò 26 vescovi e fece illuminare di più la basilica di S. Pietro, istallando grandi candelabri. Purtroppo la fama di papa Sabiniano è legata ad un episodio sociale, che gli valse l’impopolarità fra i romani. I Longobardi erano da poco calati in Italia e soggiogavano le popolazioni, dimenticate dai Bizantini; nella penisola infieriva la carestia e il papa, secondo il “Liber Pontificalis”, fece aprire i granai della Chiesa, per provvedere alla fame della popolazione romana, vendendo a prezzo calmierato, circa due quintali di grano a un soldo. La cosa non fu gradita ai romani, abituati da sempre alle distribuzioni gratuite in caso di carestia. Smentendo la politica del suo predecessore, papa Sabiniano trasformò in effetti una distribuzione caritatevole in una prestazione pubblica, inimicandosi così il popolo e acquistando una pessima reputazione. Alla sua morte, avvenuta il 22 febbraio del 606, il corteo funebre proprio per l’astio sopra detto, dovette compiere una lunga deviazione, passando fuori le mura cittadine, per raggiungere l’antica Basilica di San Pietro dove fu sepolto; gli succedette nel 607 papa Bonifacio III.
Autore: Antonio Borrelli
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