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Beato Urbano II (Eudes de Lagery o de Châtillon) Papa
Festa:
29 luglio
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Châtillon-sur-Marne, Francia, 1040 ca. - Roma, 29 luglio 1099
(Papa dal 12/03/1088 al 29/07/1099)Eudes studiò alla scuola di san Bruno, fondatore dei Certosini (1032-1101) e poi si fece monaco a Cluny. Fu papa Gregorio VII a nominarlo cardinale e ad inviarlo come legato in Germania. Fino a quando i cardinali riformatori elessero al soglio pontificio proprio Eudes, il 12 marzo 1088, con il nome di Urbano II. Nel sinodo di Melfi (1089) rinnovò la legislazione gregoriana contro il matrimonio dei chierici, la simonia e le investiture laicali. Ma non mancò di usare diplomazia: per esempio, per il suo legato in Germania stabilì criteri di azione più moderati e più aperti al mondo laico. Conviene ricordare che i Normanni dell’Italia meridionale e della Sicilia erano i suoi più stretti alleati: giunse a concedere a Ruggero I, conte di Sicilia (1072-1101), poteri di controllo corrispondenti a quelli dei legati sulla Chiesa dell’isola (nasceva così la cosiddetta “monarchia sicula”). Nel 1095 la posizione di Urbano era divenuta più sicura: iniziava la seconda fase del suo pontificato, con una “trionfale serie di sinodi”. In particolare ricordiamo il celebre sinodo di Clermont (1095): da una parte Urbano inventò e decretò la cosiddetta “tregua di Dio” (la sospensione delle ostilità, soprattutto per seppellire i morti, nei giorni stabiliti dalla Chiesa); in secondo luogo, il 27 novembre 1095 lanciò un solenne appello per la prima crociata (1095-1099), esortando i cristiani a liberare Gerusalemme dal dominio musulmano. La grande idea religiosa, superando ogni confine nazionale, unì insieme tutti i popoli dell’Occidente cristiano, che si allearono per venire in aiuto dei cristiani orientali e per strappare all’islam il Paese dove Cristo aveva vissuto e aveva diffuso il suo messaggio di salvezza. Con un grido ardente, Deus vult (Dio lo vuole), il Papa trascinò con sé i cristiani e si mise egli stesso a capo del movimento. L’inizio della crociata, che costituì il successo più memorabile di Urbano, fu il frutto più prezioso di una politica di riavvicinamento con Bisanzio: egli cercava l’unità dei cristiani. Pontefice devotissimo alla Madonna, approvò e diffuse il Piccolo Ufficio della Beata Vergine, l’uso di recitare l’Ave Maria al mattino e alla sera e la dedicazione del sabato alla Madonna. Inoltre, durante il suo pontificato fu sviluppata la centralizzazione del governo della Chiesa, furono riorganizzate le finanze papali, venne ristrutturata la curia (l’espressione “curia romana” compare per la prima volta in un documento del 1089) sul modello di quella della corte reale o imperiale, fu data maggiore importanza al collegio dei cardinali. Urbano morì due settimane dopo la presa di Gerusalemme da parte dei crociati (15 luglio 1099). Papa Leone XIII nel 1881 confermo il suo culto quale Beato.
Martirologio Romano: A Roma presso san Pietro, beato Urbano II, papa, che difese la libertà della Chiesa dall’assalto di poteri secolari, combattè la simonia e la corruzione del clero e nel Concilio di Clermont-Ferrand esortò i soldati cristiani a liberare, segnati con la croce, i fratelli oppressi dagli infedeli e il Sepolcro del Signore.
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Il suo nome era Eudes (Oddone) e nacque verso il 1040 a Châtillon-sur-Marne in Francia, nell’attuale diocesi di Reims da nobile famiglia. Compì i suoi studi a Reims, dove fu allievo di s. Bruno, che poi divenne fondatore dell’Ordine dei Certosini nel 1084.
Eudes in seguito divenne monaco nell’abbazia di Cluny fondata nel 910 da Guglielmo il Pio, duca di Aquitania, assorbendo lo spirito di riforma e di libertà della Chiesa, che regnava nella Comunità cluniacense fondata nel 910 da s. Brunone di Cluny.
Lo si ritrova nel 1077 insieme all’abate s. Ugo di Cluny (1024-1109) a Canossa (Reggio Emilia) presso il papa s. Gregorio VII (1073-1085) e l’anno successivo venne eletto vescovo di Ostia, succedendo a s. Pier Damiani (1007-1072); per due volte ebbe l’incarico di Legato pontificio in Germania, nella controversia con l’imperatore Enrico IV (1050-1106).
Morto nel 1085 papa Gregorio VII, gli successe con il breve pontificato il beato Vittore III (1086-1087) il quale si trovò in lotta con l’antipapa Clemente III. E proprio a causa dell’antipapa stabilitasi a Roma, il conclave per il nuovo papa si dovette riunire a Velletri e qui il 12 marzo 1088 il vescovo di Ostia, Eudes venne eletto papa prendendo il nome di Urbano II; non gli fu permesso di entrare in Roma e si dovette fermare all’Isola Tiberina dove visse di elemosine.
Ma il 3 luglio 1089 entrò trionfalmente a Roma mentre l’antipapa Clemente III (1080-1100) voluto dall’imperatore, fuggì a Tivoli. Urbano II si spostò molto per quei tempi, da Roma tornò nell’Italia Meridionale e nel 1090 riunì a Melfi (Potenza) un Concilio, cui parteciparono 70 vescovi, emanando sedici importanti canoni per condannare la simonia, proibire le investiture laiche, ordinare il celibato ai chierici a cominciare dal suddiaconato e riformare la disciplina monastica.
Dopo il Concilio raggiunse la famosa abbazia di Cava dei Tirreni, per consacrarne la stupenda chiesa; una grande statua lo ricorda sul posto dove si riposò in vista della chiesa, costruita sul fianco del monte.
Si recò in pellegrinaggio a Montecassino, sulla tomba di s. Benedetto, dove ottenne la guarigione dai calcoli renali; proseguì poi fino a Bari per consacrare la basilica di S. Nicola, riponendovi le reliquie portate dall’Oriente.
Tenne altri concili a Benevento nel 1091 ed a Troia nel 1093; rientrato a Roma poté riavere il Laterano con una somma di denaro offertagli da Goffredo abate di Vendome e celebrando con solennità la Pasqua del 1094. Poi subito ripartì per il suo ministero apostolico fuori Roma; si recò a Pisa, a Pistoia, a Firenze ed a Cremona; nel marzo 1095 indisse un Concilio generale a Piacenza, che fu tenuto all’aperto, visto la partecipazione di 4.000 chierici e 30.000 laici; furono promulgati dei decreti pontifici, con i quali Urbano II dichiarò di non riconoscere le ordinazioni simoniache, cioè comprate e quelle ricevute da vescovi scismatici, rinnovò le condanne delle eresie, scomunicò l’antipapa e i suoi fautori.
Nei primi tempi del suo pontificato, Urbano II si dimostrò indulgente con vescovi e principi, ad esempio concesse il pallio arcivescovile ad Anselmo vescovo di Milano e consacrò Ivo di Chartres, tutti e due eletti dall’imperatore; ma dopo aver consolidato la sua carica, combatté tutte le ingerenze dei laici nelle cose ecclesiastiche.
Papa Urbano II divenne il mediatore di situazioni politiche dell’epoca; appoggiò Matilde di Canossa e le città lombarde contro l’imperatore Enrico IV, il quale nel 1092 fallì la sua discesa in Italia e se ne ritornò in Germania, a sua volta l’antipapa Clemente III, perso il suo appoggio, si ritirò a Ravenna.
Mediò sulle dispute fra Guglielmo il Rosso d’Inghilterra e s. Anselmo di Canterbury; scomunicò Filippo I di Francia per le sue vicende matrimoniali. D’altra parte ebbe il sostegno di Alfonso VI di Castiglia, che stava liberando la Spagna dalla dominazione dei Mori.
Nell’agosto 1095 si trasferì in Francia, dove da Le Puy emanò una Bolla per convocare un Concilio a Clermont nell’anno successivo. In detto Concilio vennero di nuovo condannate le investiture laiche e scomunicato il vescovo di Cambrai perché l’aveva accettata dall’imperatore.
Papa Urbano istituì la “tregua di Dio” cioè una breve pausa tra le battaglie per seppellire i morti; poi sulla pubblica piazza di Clermont, proclamò la “prima crociata” per la liberazione dei luoghi santi, provocando un grande entusiasmo e organizzandola personalmente, nominò come capo il vescovo di Le Puy Ademaro di Monteil e il duca Raimondo di Tolosa; incitò principi e fedeli a prendere la croce, trattò con i Genovesi per le navi. L’esito della Crociata portò alla conquista di Gerusalemme il 15 luglio 1099, anche se con numerose perdite umane, ma il papa non lo seppe perché morì a Roma il 29 dello stesso luglio 1099.
In precedenza aveva continuato a visitare altre città francesi tenendo Concili più o meno grandiosi; nel 1096 rientrò in Italia passando per Asti, Como e Pavia e per il Natale era giunto a Roma; ma l’infaticabile papa non si fermò, ancora discese nell’Italia Meridionale giungendo a Salerno, per incontrarsi con Ruggero di Sicilia e poi a Bari dove tenne un Concilio insieme ai Greci, sulla questione della processione dello Spirito Santo a cui diede il suo illuminato apporto s. Anselmo di Canterbury.
Ritornato a Roma nell’aprile del 1099, tenne il suo ultimo concilio in S. Pietro e come già detto morì il 29 luglio. Venne sepolto in S. Pietro ma non è stato possibile identificare la sua tomba; del suo pontificato si può dire, che fu discepolo e collaboratore di papa s. Gregorio VII, ma seppe attuare la riforma della Chiesa con una tenacia ed un tratto apostolico maggiore.
Condusse vita ascetica, austera, con zelo instancabile e comunicativo e grande pietà, così da guadagnarsi la venerazione dei fedeli. Approvò e diffuse il Piccolo Ufficio della Beata Vergine, l’uso di recitare l’Ave Maria mattino e sera e la dedicazione del sabato alla Madonna.
Papa Urbano II ebbe sempre un culto fra i fedeli, in particolare in Francia e la sua immagine è riprodotta fra altri pontefici santi in vari celebri edifici italiani; per questi motivi il vescovo di Reims Langénieux chiese a papa Leone XIII la conferma di questo culto, che dopo i dovuti esami della Congregazione competente, fu approvato il 14 luglio 1881 con il titolo di Beato. La sua mamoria liturgica si celebra il 29 luglio.
Autore: Antonio Borrelli
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