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Chihuahua, Messico, 15 giugno 1892 - 11 febbraio 1937
Nacque nella citta di Chihuahua, Chih. (Arcidiocesi di Chihuahua) il 15 giugno 1892. Parroco di Santa Isabella, Chihuahua. Sacerdote innamorato di Gesù Sacramento, fu uno strenuo animatore di molti turni di adorazione notturna tra i parrocchiani a lui affidati. La persecuzione religiosa che danneggiò il centro della Repubblica Messicana dal 1926 al 1929, annullò apparentemente i patti del Presidente Emilio Portes Gil. Nello Stato di Chihuahua la persecuzione fu più dura a partire dall'anno 1931, quando il Governo iniziò ad applicare drasticamente le leggi anticattoliche. Il 10 febbraio 1937, Mercoledi delle ceneri, celebrò l'Eucarestia, impartì le ceneri e si dedicò alla confessione. Improvvisamente si presentò un gruppo di uomini armati per arrestarlo. Padre Pedro prese un reliquario con ostie consacrate e seguì i suoi sequestratori. Quando giunsero alla presidenza municipale sia i politici che i poliziotti incominciarono ad insultarlo ed a malmenarlo. Un colpo esploso sulla fronte gli fratturò il cranio e gli fece saltare l'occhio sinistro. il sacerdote bagnato di sangue, cadde perdendo quasi i sensi. Il reliquario si aprì e ne uscirono le ostie. Uno dei carnefici lo prese e, con cinismo, ne dette una al sacerdote dicendogli: "Mangiati questa". Quindi, attraverso le mani del suo carnefice si compì il desiderio di ricevere questo Sacramento prima di morire. Agonizante fu trasportato in un ospedale pubblico di Chihuahua e, il giorno seguente, l'11 febbraio 1937, anniversario della sua ordinazione sacerdotale consumò il suo glorioso sacrificio di sacerdote martire.
Emblema: Palma
Martirologio Romano: A Chihuahua in Messico, san Pietro Maldonado, sacerdote e martire, che, nel furore della persecuzione, venerando fino all’ultimo il mistero dell’Eucaristia, colpito a morte alla testa meritò di ottenere il glorioso trionfo.
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Per un uomo e un prete, innamorato come lui dell’Eucaristia, non c’è sicuramente miglior augurio di poter ricevere la comunione prima di chiudere gli occhi sulla scena di questo mondo. Pedro de Jesus Maldonado Lucero è un prete che vive di eucaristia e che si fa eucaristia per i fratelli. E’ ancora seminarista, quando scrive “Voglio avere il mio cuore sempre rivolto al cielo e al tabernacolo”: non è semplicemente l’espressione entusiasta di un giovane euforico, è il programma di vita che Pedro vuole adottare, negli anni del seminario e per quando sarà prete. Nasce nella città messicana di Chihuahua il 15 giugno 1892, dove ritorna da prete, a reggere la parrocchia di Santa Isabella. La sua spiritualità e tutto il suo ministero si concentrano in Gesù-Ostia: interminabili le sue preghiere davanti al tabernacolo, fervorose le sue messe, devotissime le sue comunioni. Il Gesù che riceve lo porta fuori, in mezzo ai parrocchiani, che vorrebbe radunare tutti davanti al tabernacolo. Per questo diventa, insieme a loro e per loro, uno strenuo animatore di molti turni di adorazione notturna. Vive sulla sua pelle gli anni dura della persecuzione religiosa, che squassa la sua città seminando il terrore e la morte, soprattutto a partire dal 1931, quando il governo inizia ad applicare drasticamente le leggi anticattoliche. Il 10 febbraio 1937, Mercoledì delle Ceneri, don Pedro celebra la messa con il solito fervore, impone le ceneri ai suoi fedeli, trascorre lunghe ore nel confessionale. Improvvisamente fanno irruzione in chiesa alcuni uomini armati, arrivati appositamente per arrestarlo. Non ha tempo di prendere nulla con sé, soltanto le ostie consacrate, che nasconde in una custodia. Lo portano nel municipio della città, lo sottopongono ad estenuanti interrogatori, poliziotti e politici locali si prendono la soddisfazione di malmenarlo e insultarlo. Alla fine, dalla canna di un fucile parte un colpo, che gli fracassa il cranio e gli fa saltare un occhio. Sanguinante e dolorante, con gli abiti inzuppati di sangue, quasi privo di sensi, don Pedro stramazza al suolo. E, contemporaneamente, cade a terra anche la custodia in cui ha nascosto le ostie consacrate, che si sparpagliano nella sala in cui lo stanno martirizzando. Chissà perché, forse per disprezzo o forse per una incontrollata spinta interiore, uno dei carnefici le raccoglie e ne dà una a don Pedro, esclamando: “Mangiati questa”: il viatico che il sacerdote si augurava di ricevere, arrivatogli per mano di un così insolito “ministro”. Lo portano ancora in un ospedale della città, dove muore il giorno dopo, 11 febbraio, che guarda caso è proprio l’anniversario della sua ordinazione sacerdotale: una vita da prete, tutta giocata per l’eucaristia , che inizia e si conclude nello stesso giorno, per di più con il timbro del martirio. Che gli è stato ufficialmente riconosciuto dalla Chiesa, che il 21 maggio 2000 lo ha iscritto tra i Santi, insieme ad altri 24 compagni di martirio, suoi contemporanei.
Autore: Gianpiero Pettiti
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