Come in tutti i territori appartenenti allo sterminato impero romano, anche in Sardegna vennero attuate le persecuzioni contro i cristiani, e fra quanti furono vittime degli editti dei vari imperatori, troviamo anche san Palmerio. Egli sardo di nascita, forse della provincia attuale di Oristano, era di stirpe nobile e un militare della guarnigione; al tempo dell’imperatore Diocleziano (243-313) Palmerio si convertì al cristianesimo, diventando un neofita e propagatore della fede. Scoperto venne esiliato nel nord della Sardegna, verso l’odierna Villanova Monteleone (Sassari), vicino alla sede del giudice di Torres; qui dopo aver ricevuto il Battesimo, si mise a condurre una vita eremitica; infine venne accusato davanti ad un tribunale romano e dopo essere stato flagellato, fu ucciso verso il 303. Detto questo, il nome Palmerio martire e la relativa venerazione come santo, appare per la prima volta intorno al 1140 in una raccolta di “conti” denominata “Condaghe” di Bonàrcado (Oristano), essa va dal 1120 al 1263 ca. e ricorda il paese sardo di ‘Gilarci’, l’attuale Ghilarza (Oristano) e la fattoria giudicale dedicata a ‘Santa Paramini’, nome popolare con cui Palmerio è ricordato nel 1164 e 1263. Qui si racconta che l’antica cappella padronale, eretta per l’assistenza spirituale dei servi della gleba, fu sostituita tra il 1200 e il 1225 da una chiesa romanica, con una nicchia nel fianco meridionale. Poi il 30 maggio 1390 il vescovo Giovanni Loro consacrò l’altare di una chiesa di Ghilarza dedicata a S. Giorgio, con l’invocazione dello Spirito Santo, di S. Giorgio e di S. Palmerio. Questa invocazione iscritta in pergamena, fu effettivamente ritrovata nell’altare il 29 dicembre 1887 e tuttora si conserva. Intanto l’8 luglio 1750 durante dei lavori si scoprì la tomba di S. Palmerio all’interno della chiesa e questo diede spunto alla prima redazione delle lodi sacre dialettali (Gosos), in cui è descritto ciò che fu trovato nella tomba: uno scheletro, una fiala con sangue raggrumato, un panno intriso di sangue, una palma d’argento ed una pietra con inciso questa scritta “Palmerius in pace” e poi il racconto della vita, sopra riportata. S. Palmerio è il santo patrono di Ghilarza che lo festeggia l’8 luglio, come pure il vicino paese di Bortigali (Nuoro) gli ha dedicato la chiesa parrocchiale da tempo remoto.
Autore: Antonio Borrelli
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