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San Catello Vescovo
Festa:
19 gennaio
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VII sec.
Vescovo di Stabia nel VII secolo, durante le devastazioni longobarde si ritirò sul monte Aureo con san Antonino abate di Sorrento per una vita eremitica. Accusato ingiustamente di aver abbandonato i suoi fedeli, fu imprigionato a Roma ma rilasciato dal nuovo papa, che lo liberò e fornì di materiale per ricostruire l'oratorio di San Michele. La sua vita fu tramandata da un codice del monastero di san Renato di Sorrento e il suo culto fu approvato dalla Sacra Congregazione dei Riti nel 1729. È venerato come patrono di Castellammare di Stabia e Sorrento.
Emblema: Bastone pastorale
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Della vita di s. Catello sappiamo ben poco raccontata da Anonimo sorrentino verso la fine del IX sec. Era vescovo di Stabia (oggi Castellammare di Stabia) quando i Longobardi devastarono la Campania, distruggendo chiese e monasteri. S. Antonino abate di Sorrento, si rifugiò presso Catello ed insieme si ritirarono sul monte Aureo dove costruirono un Oratorio in onore di San Michele, cercando una vita più eremitica.
Accusato presso il papa di allora di aver abbandonato i suoi fedeli e tradotto a Roma, Catello rimase in carcere per un certo tempo, finché il nuovo papa di cui anche di questo non è detto il nome, lo liberò e in più lo rifornì di materiale per ricostruire l’Oratorio che era in legno. Il primo a divulgare la Vita di s. Antonino in cui si parla anche di s. Catello, fu il padre Teatino Antonio Caracciolo che nel 1626 la tradusse dai manoscritti conservati in alcuni monasteri di Napoli e di Vico Equense che a loro volta erano copie di un codice del monastero di s. Renato di Sorrento.
Il culto del santo fu approvato dalla Sacra Congregazione dei Riti il 13 settembre 1729, venerato come patrono di Castellammare di Stabia; i sorrentini sono anch’essi molto devoti. La sua festa è il 19 gennaio.
Autore: Antonio Borrelli
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