La piccola via a fianco del santuario della Consolata a Torino è dedicata a Maria Adelaide, moglie di Vittorio Emanuele II. All’interno della basilicaun artistico monumento rappresenta colei che una morte prematura impedì d’essere la prima regina d’Italia. Il legame tra la Vergine Consolata, patrona di Torino, e questa straordinaria donna fu intenso, filiale, d’esempio ancora oggi.
Figlia dell'arciduca Ranieri (viceré del Lombardo-Veneto) e di Maria Elisabetta di Savoia-Carignano, sorella di re Carlo Alberto, Maria Adelaide nacque a Milano il 3 giugno 1822. Adele, come veniva chiamata in famiglia, dall’animo profondamente religioso, ricevette un’ottima educazione. Ebbe buoni precettori, studiò diverse lingue, amava la lettura, ricamare e lavorare a maglia, ma anche ballare. Come era consuetudine nella case regnanti, fu destinata, insieme alle sorelle, al matrimonio col cugino principe Vittorio Emanuele. Nell'agosto del 1840 fu organizzato a Racconigi l’incontro: il futuro sposo - si vociferò - avrebbe preferito la sorella maggiore Maria Carolina, ma poi dovette optare per Adele. Dal canto suo la giovane s'innamorò in breve tempo del futuro marito, come attestano le lettere che gli scrisse durante il fidanzamento che, a causa di una lunga negoziazione, durò due anni. Il matrimonio fu celebrato a Stupinigi il 12 aprile 1842. Alcune curiosità: il suocero Carlo Alberto era anche suo zio, fratello della madre. La suocera, Maria Teresa d’Asburgo-Toscana, era anche sua cugina di primo grado. Maria Adelaide era inoltre pronipote di Maria Antonietta, ultima regina di Francia.
Bella, colta, caritatevole e molto religiosa, la giovane principessa viveva nel lusso, contraddistinta però dalla modestia. Aveva attenzioni sincere per gli indigenti, erano numerosi coloro che, mai inutilmente, ricorrevano alla sua munificenza. Dal matrimonio nacquero otto figli: Maria Clotilde, serva di Dio (la “santa” di Moncalieri”), Umberto re d’Italia (ucciso a Monza il 29 luglio 1900), Amedeo re di Spagna, Oddone, Maria Pia regina del Portogallo e altri morti in tenera età.
Nel 1849, dopo l'abdicazione del suocero, Maria Adelaide divenne regina di Sardegna. Gentile e premurosa, adempì sempre con scrupolo ai doveri di sovrana. Il marito però, pur stimandola, la tradì ripetutamente, in particolare con Rosa Vercellana che poi, rimasto vedovo, sposò morganaticamente. Mite e remissiva, Maria Adelaide soffrì in silenzio. Sostenuta da una fede profonda, si dedicò all'educazione dei figlie alle opere di carità. Le continue gravidanze ne minaronoin pochi anni il fisico. L'8 gennaio 1855 diede alla luce un figlio ch'ebbe poi pochi mesi di vita. Era stata la sua ottava, tormentata, gravidanza. Qualche mese prima era morto, a tre anni, un altro figlio. Rimase febbricitante, il suo volto pallido e smunto. Un'improvvisa e violenta gastroenterite la colpì - era il 16 gennaio – mentre in carrozza rientrava a palazzo dopo aver assistito al funerale della suocera che per lei era stata quasi una madre. Morì, assistita dal marito, il 20 gennaio 1855. Il funerale fu celebrato nella Chiesa di San Lorenzo, fu poi sepolta nella Basilica di Superga.
Devotissima della Vergine Consolata frequentò con assiduità il suo santuario, dove le si dedicò il monumento già citato, opera di Vincenzo Vela, che la raffigura inginocchiata, al fianco della suocera con la quale si era sforzata di temperare la politica anticlericale del governo sabaudo. Scrisse di lei Costanza d'Azeglio: "Principessa che tutti ammiravano per la sua bellezza, e che conquistava i cuori per qualche cosa di angelico negli sguardi, nei gesti e nelle parole che ne rivelavano l'animo". Nel 1895 le fu dedicato l'Istituto dei Rachitici di Torino, poi trasformato in ospedale.
Autore: Daniele Bolognini
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