Penna San Giovanni, Macerata, 1193 circa - 1270
Seguace di San Francesco dal 1213, fu da lui inviato in Linguadoca con altri frati per la diffusione dell'ordine (dopo il 1217). Tornato in patria, guardiano di vari conventi, prodigò la sua opera specialmente per la pacificazione della cittadina natia, che, erettasi a libero comune (1248), ricevette da Giovanni una carta costituzionale, scoperta di recente, tutta francescanamente protesa a realizzare ideali di pace interna e di giustizia sociale. Culto approvato nel 1806 da Papa Pio VII.
Martirologio Romano: A Penna nelle Marche, beato Giovanni, sacerdote, che fu tra i primi compagni di san Francesco e, mandato in Francia, vi propagò il modello di vita evangelica.
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All'età di circa quindici anni fu attirato dall'ideale di vita francescano grazie alla predicazione di frate Filippo (forse Filippo Longo da Costa San Savino) e decise di abbracciare la vita religiosa tra i frati minori del convento di Recanati: in seguito fu ordinato sacerdote.
Nel capitolo generale dell'ordine del 1217, Francesco d'Assisi destinò lui e un'altra trentina di frati a impiantare l'ordine nella Gallia Narbonese.
Per circa venticinque anni soggiornò in Provenza: non si conosce molto circa il suo ministero in questa regione, ma dovette dedicarsi al contrasto alle dottrine albigesi e, secondo la tradizione agiografica, si dedicò all'assistenza ai lebbrosi.
È probabile che abbia incontrato Antonio di Padova, che in quegli anni predicò nel Limosino e nel Tolosano, e preso parte al capitolo di Arles.
Tornato in Italia, esercitò l'ufficio di superiore in molti conventi. Morì nel convento della sua città natale.
Fu beatificato, per equipollenza, da papa Pio VII nel 1806.
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