Due calendari di Qennesre (cod. ms. del Museo Britannico Add. 17134 e Add. 14504) menzionano un s. Demetrino o Demetriano vescovo, festeggiato col re Onorio il 20 o meglio il 21 tesrin (nov.). Il Martirologio Geronimiano al 10 nov. ricorda un s. Demetrio di Antiochia; inoltre un s. Demetrio è nominato in una lista di santi e vescovi di Antiochia, in un panegirico siriaco, tradotto dal greco ed attribuito ad Eusebio di Cesarea. Chi sia questo Demetrio o Demetriano lo apprendiamo da testimonianze storiche soprattutto orientali, che parlano di un Demetriano, vescovo di Antiochia, padre del vescovo Domno, eletto nella prima metà del 253 e morto prima del 261, data in cui fu eletto vescovo di Antiochia Paolo di Samosata. Egli si adoperò per combattere l'eresia di Novato. La data di elezione ci è nota da una lettera di Dionigi d'Alessandria al papa Cornelio e dal Chronicon di Eusebio. Dalle fonti orientali invece veniamo a conoscere i particolari della sua fine. Una cronaca ritrovata a Seert, basata sulle notizie fornite da Daniele bar Maria, storico siriaco del sec. VII, racconta che il re Sapore I, dopo avere devastato la Siria nel 256, deportò in massa gli abitanti di Antiochia in alcune città recentemente fondate nel suo regno : Sadsabur (corrispondente a Sadhsabur), Sapor (Sabur in Persia) e Bendo-sabora (Gundaisabur). I cristiani di Antiochia, deportati a Bendosabora, elessero come successore del loro vescovo Demetriano, morto di dolore in esilio, un antiocheno di nome Azdaq. Altri autori arabi, tra i quali At-Tabari, confermano queste notizie sull'opera di Sapore I e ci forniscono validi confronti con l'operato di altri re persiani. Inoltre cronografi più recenti, Mari ibn-Sulayman, Amr ben Matta e Saliba ben Iohanna, raccontano, sebbene in forma non attendibile, il modo in cui avvenne l'elezione di Demetriano a vescovo di Bendosabora. È probabile che la notizia della sua morte non sia giunta subito ad Antiochia e che quindi solo nel 261 gli abitanti della città abbiano pensato ad eleggergli un successore. È facile capire come possa essere stato considerato martire un pio vescovo deportato da un re pagano e morto in esilio nell'adempiere al suo ministero. Il silenzio delle fonti occidentali non è facilmente spiegabile; possiamo però notare che questo è solo uno dei molti avvenimenti importanti, quali ad esempio la cattura e la morte in esilio dell'imperatore Valeriano, che Eusebio tace. In seguito troviamo che alcune diocesi persiane si dicevano dipendenti da Antiochia ed i loro vescovi avevano nome greco. Il Martirologio Romano celebra al 10 nov. Demetrio vescovo di Antiochia, col suo diacono Aniano, con Eustosio e venti compagni. Si tratta in realtà di Demetriano sdoppiato in Demetrio e Aniano. Eustosio è sconosciuto e i venti compagni non hanno alcun rapporto con Demetriano.
Autore: Carla Sisto
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