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San Sigiranno (Cirano) Abate nel Berry
Festa:
4 dicembre
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VII sec.
Visse in Francia, nel VII secolo, figlio di un nobile del Berry. Fu introdotto a Corte, dove sembrò destinato a una brillante carriera, anche perché il padre si era preoccupato di fidanzarlo con una fanciulla di ottima famiglia. Invece, Cirano lasciò la Corte per ritornare a Tours, sotto la diretta guida di San Martino, facendosi devoto eremita presso la sua sepoltura. Più tardi venne accolto tra il clero della città, ed era Arcidiacono quando il Vescovo padre morì. Il successore, vedendo che l'Arcidiacono Cirano dava fondo al patrimonio familiare per aiutare i poveri, lo ritenne un pazzo e lo fece rinchiudere. Morto il Vescovo, Cirano fu di nuovo libero, ma si sentì sopportato a malincuore. Lasciò allora Tours per unirsi al Vescovo Flavio che conduceva una sua piccola ma fervente comunità religiosa in giro per i santuari europei. In mezzo a questa strana comunità, senza fissa dimora, Cirano si avviò verso Roma, e per strada studiò, predicò, insegnò e lavorò nei campi come gli altri compagni, per guadagnarsi la vita.
Tornato in Francia, venne incoraggiato a fondare un monastero in una solitaria località detta Longoritus, presso un fiume ricco di pesci. La nuova comunità di San Cirano, ordinata secondo la Regola benedettina, crebbe e prosperò, grazie anche all'insperato contributo del fiume pescoso. A seguito di dicerìe calunniose, preferì allontanarsi, riprendendo la sua vita di monaco errante e seguitando a guadagnarsi la vita pescando. Per questo suo vagabondare, non si sa bene dove sia morto, né in che anno. Si sa però che il suo culto si diffuse presto attorno al monastero da lui fondato, che prese da allora il nome di Saint-Cyran, in onore del Santo paziente e prodigioso pescatore.
Martirologio Romano: Nel territorio di Bourges, sempre in Francia, san Sigiramno, monaco, pellegrino e abate di Lonrai.
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Figlio di un nobile del territorio denominato Berry (Francia) del VII secolo, Cirano è destinato a una brillante carriera e a un matrimonio prestigioso. Il padre viene nominato vescovo di Tours e il figlio Cirano entra a far parte della Corte del re di Borgogna. Il padre, nel mentre, gli fa conoscere la sua futura sposa, una ragazza adatta al suo rango: bella, ricca, nobile. Che cosa potrebbe volere di più dalla vita il fortunato Cirano? Nulla di tutto questo. Il ragazzo non si sente attratto dalla vita mondana. Rompe il fidanzamento e si rifugia a Tours, presso la tomba di San Martino, a fare l’eremita. Cirano abbraccia la vita religiosa e, quando suo padre muore, inizia a spendere le sue immense ricchezze per aiutare i poveri. Il nuovo vescovo lo fa rinchiudere, giudicandolo un pazzo sperperatore di denaro. Dopo la morte del vescovo, Cirano torna libero e decide di abbandonare Tours per entrare a far parte di un gruppo itinerante di religiosi guidati dal vescovo Flavio, proveniente dall’Irlanda.
Cirano viaggia in Europa e in Italia e si sposta da una città all’altra studiando, predicando, insegnando e guadagnandosi il pane quotidiano zappando la terra, come tutti i suoi compagni. Tornato in Francia, si stabilisce vicino ad un corso d’acqua dove fonda un monastero che segue la Regola benedettina. La comunità di monaci prospera sempre di più, grazie al fiume inaspettatamente e particolarmente ricco di pesci. Ogni giorno, infatti, Cirano pesca esattamente un pesce per ogni monaco della comunità, oltre a quelli occorrenti ai poveri del circondario. Un mattino Cirano pesca un pesce in meno. «Come mai?» – si chiede, perplesso. La risposta arriva presto. Un giovane monaco chiede perdono e confessa di aver augurato a Cirano una scarsa pesca poiché trovava quel cibo troppo monotono. Cirano gli fa capire con dolcezza l’errore commesso e riprende la sua pesca.
Successivamente Cirano subisce la calunnia di un gruppo di monaci che lo accusano di utilizzare il pesce per venderlo e arricchirsi di nascosto. Il monaco, innocente, non si difende e non cerca di discolparsi. Si allontana dal monastero e inizia a vagabondare, continuando a predicare, a fare del bene e a pescare per sopravvivere. Non si sa, quindi, dove sia morto il prodigioso pescatore, né in quale anno.
Autore: Mariella Lentini
Fonte:
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