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Beata Angelica da Milazzo Terziaria

Festa: 6 dicembre

Sec. XVI


Anche il ramo dell'Ordine francescano fondato nel '500 da San Francesco di Paola, e chiamato per umiltà Ordine dei Minimi, ebbe il proprio Terz'Ordine, aperto ai laici, uomini e donne.
Al Terz'Ordine di San Francesco di Paola appartenne la Beata Angelica, morta mezzo se. colo dopo il fondatore dei Minimi, nel 1559. Era nata a Milazzo, nella punta occidentale della Sicilia, città di antichissima origine, importante nel Medioevo e nel Rinascimento come porto commerciale e centro di produzione; e anche come ben munito caposaldo militare dove la devozione per il Santo di Paola fu particolarmente viva.
La figura di Angelica da Milazzo si inserisce così nel quadro della prima fioritura della spiritualità francescana dei Minimi. La sua santità non ebbe nulla di clamoroso o di appariscente. Fu una costante, segreta lotta contro le debolezze della carne, le infermità, e anche le difficoltà dell'ambiente, tanto più insidiose quanto più dovute non all'ostilità, ma allo stesso affetto.
Angelica da Milazzo visse in costante lotta contro le attrazioni del mondo. Non le tentazioni, ma le legittime e umane preoccupazioni di chi desiderava per lei una vita normale e felice, rispettata e appagata.
Bellissima di aspetto, sensibile e virtuosa, la giovane di Milazzo avrebbe dovuto, nei desideri della famiglia, seguire il destino di tante altre sue coetanee, scegliendosi uno sposo, o meglio accettando quello a lei destinato dai parenti, per formare una famiglia terrena.
Non fu facile, per la fanciulla isolana, sfuggire a quelle continue e affettuose pressioni. Angelica vi resistette con ostinazione caparbia, più forte delle lusinghe e anche delle minacce, che non le mancarono, almeno in un certo periodo della sua vita.
Nei momenti di più grave tensione, ricorreva al Crocifisso, implorandone l'aiuto. Venne esaudita dalla Croce con una croce, cioè con una gravissima malattia, che mise in pericolo la sua stessa vita.
Fu allora che, per voto, indossò l'abito del Terz'Ordine di San Francesco di Paola. In quell'abito, come entro una mistica corazza, si sentì sicura di poter restare per sempre nello stato desiderato.
Superata la malattia, però, le insistenze e le pressioni ritornarono. Riprese l'incruento calvario dell'ostinata fanciulla di Milazzo.
Finché lo Sposo da lei desiderato non la segnò col suo sigillo, davanti al quale ogni altro pretendente arretrò sconvolto.
Divorata da un tumore maligno, la sua bellezza si mutò in ribrezzo, mentre la sofferenza sempre più lancinante le affinava lo spirito, consumandone il corpo come un fuoco.
Fu l'anno terribile del fidanzamento, dopo il quale la morte, liberandola dal peso della carne, le aprì la casa dello Sposo che non delude.


Fonte:
Archivio Parrocchia

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Aggiunto/modificato il 2001-10-31

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