Tolosa, Francia, 1450 - 20 maggio 1507
Dopo aver studiato diritto a Tolosa, Arnaldo entrò fra gli eremiti di s. Agostino, ottenendo poi dal generale Anselmo di Montefalco di ascriversi alla congregazione di Lecceto (Siena), nella quale allora si osservava nel modo più rigoroso la Regola. Qui emise la professione l'11 luglio 1494. Morì il 20 maggio 1507 in concetto di santità e da allora è sempre stato venerato come beato, sebbene la Chiesa non abbia confermato il suo culto.
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Dalla legge alla fede
Nato nel 1450, Arnaldo intraprese dapprima la carriera di giurista, studiando diritto a Tolosa. Tuttavia, il suo animo ardente anelava a una vita più spirituale, volta alla contemplazione e al servizio di Dio. Abbandonò quindi la professione legale per abbracciare la vita eremitica.
Un eremita agostiniano
Arnaldo entrò a far parte dell'ordine degli eremiti di Sant'Agostino, noto per la sua rigida osservanza della Regola. Il suo fervore religioso lo spinse a cercare una comunità ancora più austera e si rivolse al generale Anselmo di Montefalco, ottenendo l'ammissione alla congregazione di Lecceto, situata nei pressi di Siena.
Un modello di vita ascetica
La congregazione di Lecceto era rinomata per la sua dedizione alla vita ascetica, caratterizzata da digiuni, penitenze e lunghe ore di preghiera. Arnaldo si immerse completamente in questo stile di vita, diventando un modello di rigore e santità per i suoi confratelli.
La professione solenne
Il 11 luglio 1494, Arnaldo pronunciò la sua professione solenne, consacrando definitivamente la sua vita a Dio. La sua dedizione e il suo esempio edificarono la comunità e ispirarono molti altri a seguire il suo stesso percorso.
Un'eredità di santità
Il 20 maggio 1507, Arnaldo morì in concetto di santità. La sua fama di uomo pio e virtuoso si diffuse rapidamente e la sua memoria venne venerata dai fedeli come quella di un beato. La Chiesa, pur non avendo mai ufficialmente confermato il suo culto, ne ha comunque riconosciuto la santità e il suo esempio continua ad ispirare i cristiani di oggi.
Autore: Franco Dieghi
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