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Beato Bonifacio di Savoia Monaco certosino e arcivescovo di Canterbury

Festa: 4 luglio

Sainte-Hélène-du-Lac, Savoia, 1207 - 4 luglio 1270

Undicesimo figlio del conte Tommaso I di Savoia, Bonifacio nacque nel 1207 destinato alla vita religiosa nella Grande Certosa di Grenoble. Presto si distinse per la sua spiritualità e intraprese la carriera ecclesiastica, divenendo vescovo di Belley e poi arcivescovo di Canterbury. In Inghilterra, si scontrò con il re Enrico III per i debiti contratti dalla corona verso la sede arcivescovile e per contrastare gli abusi del clero. La sua tenacia lo portò a scomuniche e fughe rocambolesche, ma anche a successi come la conferma dei diritti della Chiesa e il sostegno ai baroni ribelli che ottennero dal re il rispetto della Magna Charta. Figura complessa e volitiva, Bonifacio si inserì nelle intricate vicende politiche inglesi, schierandosi prima con i baroni e poi con il re. Nel 1268 accompagnò in crociata il principe Edoardo, spegnendosi durante il viaggio nel 1270. Sepolto nell'abbazia di Hautecombe, fu beatificato nel 1838.

Emblema: Bastone pastorale

Martirologio Romano: Nel monastero di Hautecombe presso il lago di Bourget nella Savoia, in Francia, deposizione del beato Bonifacio, vescovo, che, di stirpe regale, si ritirò dapprima presso i Certosini e, elevato poi alla sede di Belley ed infine a quella di Canterbury, si dedicò con assiduità alla cura del suo gregge.


Undicesimo dei figli del conte Tommaso I di Savoia e di Margherita di Ginevra, Bonifacio nacque nel 1207 nel castello di Sainte-Hélène-du-Lac in Savoia.

Benché di carattere forte e focoso, era tuttavia portato alla pietà, il padre volle favorire questa inclinazione indirizzandolo alla vita ecclesiastica, pertanto Bonifacio seguendo la volontà paterna, entrò nella Grande Certosa di Grenoble, dove si distinse subito per la sua spiritualità.
Non ancora professo fu eletto priore per breve tempo di Nantua e nel 1232, a 25 anni ancora suddiacono, fu eletto vescovo di Belley, dai canonici della cattedrale, i quali desideravano come capo della loro Chiesa, una persona di illustre casato e di grande importanza; alla morte del fratello Guglielmo, che era vescovo di Valenza, Bonifacio amministrò anche quella diocesi fino al 1242.
Per interessamento della nipote Eleonora sposa di Enrico III d’Inghilterra, venne eletto arcivescovo di Canterbury, succedendo a s. Edmondo Rich; per la morte a breve distanza di due pontefici, la sua carica fu confermata solo il 17 settembre 1243, da papa Innocenzo IV.
L’anno successivo arrivò per la prima volta in Inghilterra, dove fu ordinato diacono e sacerdote dal vescovo di Worchester, erano procedure consentite in quell’epoca e constatando che il re aveva causato alla sede arcivescovile enormi debiti con le sue esose tasse, egli subito si oppose con energia, ottenendo pieno successo.
Venne consacrato vescovo il 15 gennaio 1245 da papa Innocenzo IV, durante il Concilio di Lione, ottenendo anche benefici economici per risanare i bilanci della sede di Canterbury. Prese possesso pieno della diocesi inglese il 1° novembre 1249, iniziando subito la visita generale della diocesi e della provincia ecclesiastica, sostenendo lunghe lotte per reprimere gli abusi del clero.
Scomunicò il decano ed il clero della chiesa di S. Paolo di Londra, perché non volevano riconoscere la sua autorità e la sua visita, perché per loro il visitatore era il vescovo di Londra. Stessa resistenza ricevette al priorato di S. Bartolomeo, che non volevano riconoscere altra autorità, se non quella del vescovo di Londra, Bonifacio in un accesso d’ira scaraventò a terra il vecchio vice priore, scatenando contro di lui il furore dei londinesi che lo aggredirono strappandogli le vesti, accusandolo anche di trasferire in Francia i redditi dei benefici inglesi.
Liberato dalla sua guardia, Bonifacio fuggì in barca sul Tamigi, rifugiandosi a Lambeth, da dove scomunicò il clero di S. Bartolomeo e il vescovo di Londra. Anche a S. Albano si rafforzò la resistenza del clero, che si rifiutò di pagare le tasse appellandosi a Roma.
Anche Bonifacio si rivolse al papa, recandosi a Roma dove si raggiunse un compromesso, vennero confermati i diritti della visita pastorale ma restringendone l’uso. Tornò in Inghilterra nel 1252 e si unì con i baroni ribelli al re Enrico III (1207-1272), che costrinsero il sovrano a giurare di osservare i patti della “Magna Charta”, sottoscritti dal padre Giovanni senza Terra ed i notabili del regno.
Nel 1256 Bonifacio si recò a Torino, per ottenere la libertà del fratello Tommaso II prigioniero dei torinesi; proseguì la sua opera in difesa dei diritti della Chiesa in Inghilterra, convocando anche un Concilio nel 1258 a Merton.
In seguito si staccò dai turbolenti baroni e passò dalla parte del re, fu costretto anche a fuggire dall’Inghilterra nel 1262, quando iniziò la guerra civile, riparando in Francia.
Dopo tre anni a seguito della vittoria di Enrico III, poté ritornare in Inghilterra; lasciò l’isola per l’ultima volta nel 1268 per accompagnare alla crociata Edoardo figlio di Enrico III, ma stremato dalle fatiche si spense, durante il viaggio, il 4 luglio 1270, nel suo castello natio di Sainte-Hélène in Savoia; venne sepolto nell’abbazia cistercense di Hautecombe sul lago di Bourget, dove riposa tuttora.
Papa Gregorio XVI il 1° settembre 1838, ne approvò il culto per l’Ordine dei Certosini e per la diocesi di Chambéry.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2018-06-02

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