Rimangono controversi la data e il luogo di nascita, la famiglia e le vicende della sua fanciullezza. Nacque tra il 1070 e il 1080. Autori recenti lo ritengono di origine toscana, e precisamente della Val di Pesa o Pescia, o di Passignano. Dopo il XVI secolo prevalse la tesi, sostenuta dal Flórez, che Attone fosse nativo di Badajoz, città dell'Estremadura. È certo che intorno al 1100 egli si trovava nell'abbazia di Vallombrosa, succedendo nella dignità di abate generale ad Almario verso il 1120, in un'epoca di prosperità dell'abbazia. Nominato vescovo di Pistoia con bolla di Innocenzo II in data 21 dicembre 1134, Attone continuò ad osservare le regole dell'Ordine, del quale curava gli interessi con la sua presenza nei capitoli e ricoprendo il ruolo di visitatore nei monasteri. Morì nel 1153. (Avvenire)
Emblema: Bastone pastorale
Martirologio Romano: A Pistoia, sant’Attone, vescovo, che, abate nell’Ordine di Vallombrosa, fu poi posto alla guida della Chiesa di Pistoia.
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Un antichissimo obituario della cattedrale di Pistoia fissa la data della morte di Attone al 21 giugno 1153. Controversi rimangono la data e il luogo di nascita, la famiglia e le vicende della sua fanciullezza. Se non proprio nel 1070, Attone nacque certo tra il 1070 e il 1080: infatti, i rilievi eseguiti sulla salma incorrotta nella ricognizione del 1953, autorizzano a ritenere che Attone sia morto tra i settantacinque e gli ottanta anni di età. Autori recenti lo ritengono di origine toscana, e precisamente della Val di Pesa o Pescia, o di Passignano. Dopo il sec. XVI prevalse la tesi, sostenuta dal Flórez, che Attone fosse nativo di Badajoz, città dell'Estremadura.
E' tuttavia certo che intorno al 1100 egli si trovava nell'abbazia di Vallombrosa, succedendo nella dignità di abate generale ad Almario verso il 1120, in un'epoca di feconda prosperità dell'abbazia, della quale difese privilegi e prerogative. Durante il suo governo furono fondati il monastero di S. Donato in Borgo a Siena e una nuova comunità monastica, nella diocesi di Cremona, nel luogo detto Torre Trentina, presso una chiesa dedicata a s. Vigilio.
Particolarmente versato nelle Sacre Scritture, A. si dedicò agli studi biblici redigendo un Commentario o Libro sulle Epistole, oggi perduto; scrisse pure la biografia di s. Barnaba e quella di s. Giovanni Gualberto e successivamente del b. Bernardo degli Uberti, vescovo di Parma, morto il 4 dicembre 1133.
Nominato vescovo di Pistoia con bolla di Innocenzo II in data 21 dic. 1134, Attone continuò ad
osservare le regole dell'Ordine, del quale curava gli interessi con la sua presenza nei capitoli e
ricoprendo il ruolo di visitatore nei monasteri.
Grande era la stima che godeva presso la Sede Apostolica che si servì di lui quale arbitro in vertenze difficili. Come durante il pontificato di Onorio II aveva impetrato il perdono ai fiorentini dopo la demolizione della rocca di Fiesole, così in nome di papa Celestino II s'interpose nella controversia tra l'arcivescovo di Pisa e il vescovo di Lucca circa la giurisdizione sul castello di Valda, nei dissensi tra i canonici pisani e l'abate del Monastero di S. Lussorio (S. Rossore) per il possesso della selva detta Tumulo (Tombolo). Esercitò con sommo zelo il suo ufficio episcopale sovvenzionando tre ospedali, tra cui uno da lui costruito e dotato in onore di s. Giacomo. Il culto verso questo apostolo, infatti, già vivo in Pistoia, s'accrebbe col dono di una sua reliquia (una parte della testa) da parte dell'arcivescovo Diego Gemirez e del suo capitolo compostellano al vescovo e alla cattedrale pistoiese, tramite Ranieri, diacono della chiesa pistoiese di S. Zenone che dirigeva come magister scholasticus lo studio della canonica di S. Iacopo in Galizia.
Attone fu severo assertore dei diritti della Chiesa e insieme incline a pacifiche soluzioni. Pio, caritatevole, dopo aver tutto donato ai poveri, morì il 21 giugno 1153. La data della morte è, però, secondo altri il 22 maggio del 1143 o del 1155. Il corpo, sepolto a S. Maria in Corte, odierno S. Giovanni Rotondo, durante la ricognizione del 1337 fu trovato intatto e traslato nella cattedrale di Pistoia, sopra un altare marmoreo, opera di Leonardo Marcacci. Una reliquia fu donata all'abbazia di Vallombrosa.
Venerato come santo, Attone ebbe culto nella diocesi pistoiese e nell'Ordine vallombrosano, autorizzato da Clemente VIII con bolla del 24 gennaio 1605. La sua festa ricorre il 22 maggio mentre in diocesi di Pistoia viene celebrata il 21 di giugno.
Autore: Benvenuto Matteucci
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