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Beato Nicola (Niccolò) Stenone
Festa:
5 dicembre
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Copenaghen (Danimarca), 11 gennaio 1638 - Schwerin (Meclenburgo, Germania), 5 dicembre 1686
Martirologio Romano: A Schwerin nella regione di Mecklenburg in Germania, transito del beato Nicola Stensen, vescovo di Dindebol, che, di origine danese, fu tra i più illustri ricercatori di scienze naturali del suo tempo; abbracciata la fede cattolica, desideroso di servire Dio a difesa della verità, divenne sacerdote e, ordinato poi vescovo, si dedicò con zelo all’evangelizzazione dell’Europa settentrionale.
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Non c’è un prete cattolico per confessarlo nell’agonia, e allora lui si confessa in pubblico, elencando a viva voce i suoi peccati. Così muore Niels Stensen (Nicola Stenone, nella forma latinizzata). Nato da ricca famiglia luterana (il padre è orefice di corte), studia medicina alle università di Copenaghen, Rostock e Amsterdam, dove scopre e descrive il condotto che va dalla ghiandola parotide alla bocca, e che sarà per sempre chiamato dotto di Stenone. Resteranno fondamentali anche i suoi studi di geologia e cristallografia: è un luminare, ormai, accolto da sovrani e accademie di tutta Europa. Ma l’ansia di conoscenza si estende anche ai problemi della fede, specie da quando ha posto il “campo base” dei suoi viaggi a Firenze. Qui, in terra cattolica, segue i riti, studia i princìpi dialogando con dotti religiosi, con la gentildonna lucchese Lavinia Arnolfini, con la clarissa Maria Flavia del Nero; a Livorno lo commuove la processione del Corpus Domini nel giugno 1667. E nel novembre successivo lo accoglie con i suoi sacramenti la Chiesa di Roma. L’uomo di scienza e di fede continua le sue ricerche, e già si dedica a una sorta di predicazione, con le lettere che spiegano a tanti amici luterani la sua scelta cattolica. E poi il suo sacerdozio. Ordinato nel 1675 a Firenze, due anni dopo è vescovo: papa Innocenzo XI lo manda come vicario apostolico nella Germania del Nord, quasi tutta luterana. Lui va a piedi da Roma ad Hannover, e il suo agire da vescovo cattolico in terra di Riforma è oggi considerato uno splendido preannuncio ecumenico, con la chiarezza sui princìpi e l’apertura limpida alle persone. Il vescovo-scienziato fa a piedi molte visite pastorali, umilmente; ma dice “no” se un principe cattolico carpisce illecitamente un vescovado. E accetta di farsi semplice missionario a Schwerin, benché sfiancato dalle crisi renali. Si spegne con quell’eroico omaggio al sacramento della Penitenza. E dall’altra sponda viene un “segno” grande: i luterani ospitano il suo corpo nella loro chiesa. Di qui esso arriverà poi a Firenze, nella basilica di San Lorenzo, dove si trova tuttora. Giovanni Paolo II lo ha beatificato nel 1988.
Autore: Domenico Agasso
Fonte:
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