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San Pellegrino d'Auxerre Vescovo e martire
Festa:
16 maggio
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V sec.
Primo evangelizzatore di Auxerre. Inviato da Papa Sisto III nel V secolo, la sua predicazione e il suo rifiuto di abiurare la fede lo condussero al martirio. La sfida al culto pagano a "Interamnus" e il successivo martirio lo consacrarono eroe della fede. Il suo culto si diffuse rapidamente, con la traslazione delle reliquie e la costruzione di una chiesa a Roma per opera di Papa Leone III. L'iconografia tradizionale, che lo raffigura come pellegrino con un serpente, sottolinea il suo ruolo di viandante della fede e la sua lotta contro l'eresia.
Emblema: Bastone pastorale, Palma
Martirologio Romano: Nel villaggio di Bouhy nel territorio di Auxerre in Francia, san Pellegrino, martire, venerato come primo vescovo di questa città .
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E’ riportato come primo evangelizzatore della città di Auxerre ancora prima che venisse creata la sede episcopale di quella città. Il Martirologio Geronimiano menziona verso il 692 s. Peregrinus al 16 maggio a Bouhy nella Puisaye, ma la narrazione della sua vita è ancora più precedente verso il 600 o poco dopo e narra che papa Sisto III (432-440) inviò il prete romano Pellegrino e alcuni suoi compagni in aiuto dei cristiani perseguitati della Gallia consacrandolo vescovo, insieme a Marsus prete, Corcodomo diacono, Gioviano suddiacono, Gioviniano lettore.
Arrivati nel territorio di Auxerre, convertirono numerosi pagani; quindi Pellegrino raggiunse ‘Interamnus’ località molto nota per il culto agli dei pagani e lì il giorno della Festa di Giove si mise a predicare il cristianesimo.
Gli fu imposto di sacrificare agli idoli ma rifiutò, pertanto fu imprigionato a Bouhy e torturato, ma egli continuò a predicare. L’imperatore che era di passaggio lo interrogò e poi visto la sua resistenza, lo fece decapitare.
Nel secolo VII parte delle reliquie del suo corpo, furono traslate da Bouhy all’abbazia di s. Dionigi.
Il papa Leone III (795-816) fece erigere una chiesa dedicata a s. Pellegrino d’Auxerre a Roma presso l’Hospitale Francorum, destinato ai pellegrini francesi; essa si trovava in una strada chiamata poi via
S. Pellegrino e a cui ha dato in seguito il nome alla Porta S. Pellegrino.
Nell’iconografia che lo rappresenta egli non porta gli abiti vescovili ma è coperto di stracci tipici dei pellegrini in relazione al suo nome, suo attributo è un serpente forse simboleggiando l’eresia che estirpò dal territorio gallico.
Autore: Antonio Borrelli
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