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San Gaetano Errico Sacerdote e fondatore

Festa: 29 ottobre

Napoli, 19 ottobre 1791 - 29 ottobre 1860

Gaetano Errico nacque a Secondigliano, oggi quartiere di Napoli, il 19 ottobre 1791, figlio di un umile maccaronaro e terzo di nove fratelli. Cominciò subito a lavorare ma ben presto entrò in Seminario (tutti i giorni dovette percorrere un tragitto di 16 chilometri e viceversa per raggiungerlo) e si dedicò completamente all'aiuto ai poveri, ai malati e ai carcerati. Fu soprattutto un confessore, a tutte le ore del giorno e della notte, e un predicatore instancabile. Ma fu anche un ricercato consigliere spirituale, apprezzato dai vescovi di Napoli e dal re Ferdinando. Fondò, nel 1833, la congregazione dei «Missionari dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria». Assai dedito alla preghiera, spesso trascorreva l'intera notte in adorazione davanti al Santissimo Sacramento. È stato canonizzato da Benedetto XVI il 12 ottobre 2008, in piazza San Pietro a Roma. I suoi resti mortali sono venerati nel Santuario dell’Addolorata, annesso alla Casa madre della sua congregazione, in via Dante Alighieri 2 a Secondigliano-Napoli.

Martirologio Romano: A Secondigliano vicino a Napoli, beato Gaetano Errico, sacerdote, che promosse con impegno i ritiri spirituali e la contemplazione dell’Eucaristia come strumenti per avvicinare le anime a Cristo e a tal fine fondò i Missionari dei Sacri Cuori di Gesù e Maria.


Strade difficili quelle di Secondigliano, alle porte di Napoli; non solo al giorno d’oggi, ma già due secoli fa: miseria morale e materiale, violenza, malattie incurabili. Tra tutto ciò, ogni domenica, perfettamente a suo agio, si muove un seminarista, armato solo di un crocifisso, di tanta pazienza e di un’infinita carità.
Nato nel 1791, Gaetano non ha voluto fare il maccaronaro come papà, perché ha in testa il chiodo fisso di farsi prete. Dato il rifiuto da parte dei Cappuccini e dei Redentoristi, perché troppo giovane, a 16 anni appena compiuti, si presenta direttamente nel seminario diocesano di Napoli.
In casa, dove ci sono ben dieci figli da allevare, gli affari non devono andare proprio a gonfie vele, se i genitori non sono in grado di pagargli la retta e così deve adattarsi a frequentare la scuola da esterno, sgambettando ogni giorno per otto chilometri, con il bello e il brutto tempo, arrivando a casa ancora in tempo per dare una mano a papà nel laboratorio di maccheroni o a mamma nella tessitura della felpa o al parroco in parrocchia.
Il tempo libero del giovedì lo passa all’ospedale degli Incurabili di Napoli, dove oltre ad un sorriso o un umile servizio, porta ai malati piccoli regali, frutto delle sue privazioni e dei suoi risparmi, mentre di domenica va per le strade di Secondigliano a raccogliere i ragazzi per insegnare loro un po’ di catechismo.
Non cambia stile neppure a 24 anni, quando viene ordinato prete: maestro elementare a tempo pieno, ma negli scampoli quotidiani di tempo, al giovedì e alla domenica sempre in movimento, per le strade, nelle bettole, nei crocicchi, per far sapere a ciascuno che Dio ama tutti.
E lo fa a modo suo: predicando, catechizzando, confessando, assistendo materialmente e spiritualmente i bisognosi, esercitando la carità anche quando ciò significa togliersi il pane di bocca o regalare la camicia che ha indosso. Vita ordinaria di un prete straordinariamente impegnato e assetato di anime.
Qualcosa di nuovo si verifica in lui tre anni dopo l’ordinazione: mentre è in preghiera a Pagani, nella casa dei Redentoristi, è lo stesso sant’Alfonso Maria de’ Liguori ad annunciargli in visione la fondazione di una nuova congregazione. Quanto don Gaetano si senta portato per una simile missione oppure quanto si senta spaventato dal disegno di Dio su di lui, non è dato sapere.
Quello che si sa è il “segno” che sant’Alfonso gli promette: la costruzione di una chiesa dedicata alla Madonna Addolorata, progetto avversato, contestato, ostacolato in mille modi. Saranno necessari 12 anni, ma la chiesa viene costruita con, accanto, due umili stanzette come sede della nuova congregazione. Che viene, su, come la chiesa, malgrado le difficoltà e i bastoni tra le ruote che qualcuno si premura di mettere, esattamente come nella visione era stato predetto.
Don Gaetano dedica la Congregazione ai Sacri Cuori di Gesù e di Maria e le trasmette la sua passione per le anime e per i corpi, da raggiungere, qui come in terra di missione, con la catechesi, le missioni al popolo e l’amministrazione dei sacramenti, ma anche con una premurosa attenzione ai bisogni materiali e spirituali che all’uomo rendono difficile la vita.
Se già quand’era adolescente e scarpinava da Secondigliano a Napoli per andare in seminario di lui si diceva «passa san Gaetano», nella maturità è circondato da una sempre più consistente fama di santità.
Sono centinaia e centinaia i “fioretti” che parlano di guarigioni prodigiose, di predizioni avverate, di grano moltiplicato, di patate rese improvvisamente grandi e saporite; e tutto per l’intercessione di quel prete che si divide tra il confessionale (dove passa la gran parte della giornata), il letto dei moribondi e le case dei bisognosi, mentre le ore libere sono trascorse in preghiera, inginocchiato sul pavimento, segnato da due fossette in corrispondenza delle sue ginocchia, tanto è prolungato il suo colloquio con Dio.
«‘O Superiore», come da tutti viene chiamato, muore il 29 ottobre 1860, a 69 anni. Beatificato da Giovanni Paolo II il 14 aprile 2002, don Gaetano Errico è stato canonizzato da papa Benedetto XVI il 12 ottobre 2008.


Autore:
Gianpiero Pettiti

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Aggiunto/modificato il 2018-03-07

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