† Trani, 1094
La cattedrale di Trani è la sua memoria vivente, una memoria di straordinaria armonia. Nicola il Pellegrino è patrono della città pugliese: a lui è dedicato il tempio costruito nel 1097. Nicola di Trani proveniva dalla Grecia; trasferitosi in Puglia, la percorse per intero. Le cronache riferiscono che pronunciasse una sola, insistente invocazione: «Kyrie Eleison». Morì a Trani nel 1094. Infiniti da allora i miracoli sulla sua tomba.
Patronato: Trani
Etimologia: Nicola = vincitore del popolo, dal greco Nikòlaos
Martirologio Romano: A Trani in Puglia, san Nicola, che, pellegrino nato in Grecia, percorreva tutta la regione portando in mano una croce e ripetendo senza interruzione ‘Kyrie, eléison’.
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Al contrario del più celebre s. Nicola patrono di Bari, del nostro s. Nicola denominato il Pellegrino, vi sono pochissime notizie ma certamente degne di fede, egli è patrono della città di Trani, dove morì nel 1094 dopo appena quindici giorni dal suo arrivo, proveniente da Taranto e prima ancora da Otranto.
Era nato in Grecia e dopo aver trascorso alcuni anni in solitudine giunse in Puglia, che percorse tutta intera con una croce in mano e ripetendo l’invocazione ‘Kyrie Eleison’.
Attirava e riuniva intorno a sé i ragazzi dando loro piccoli doni e facendo ripetere loro la sua invocazione.
Dopo la sua morte fiorirono numerosi miracoli; quattro anni dopo nel 1098 nel Sinodo Romano, il vescovo di Trani si alzò e chiese all’Assemblea che il venerabile Nicola venisse iscritto nel catalogo dei Santi per i meriti avuti in vita e per i miracoli avvenuti post-mortem.
Il papa Urbano II emanò un ‘Breve’ che autorizzava il vescovo di Trani dopo opportuna riflessione ad agire come riteneva più opportuno. Il vescovo tornato a Trani lo canonizzò e dopo avere eretto una nuova basilica vi depositò il corpo del Santo.
Nel 1748 papa Benedetto XIV lo inserì nel Martirologio Romano. Le fonti delle notizie sono quattro: le prime tre riportate dalla “Bibliotheca hagiografica Latina antiquae et mediae aetatis” 2° vol. Bruxelles 1898-1901. La prima riguarda la sua vita in Grecia testimoniata da Bartolomeo suo compagno; la seconda narra il suo arrivo a Trani, la morte, e i miracoli ed è stata scritta da Adelferio testimone oculare; la terza ha per autore il diacono Amando di Trani e narra la canonizzazione e traslazione di s. Nicola; la quarta fonte è una ‘Vita’ stampata in lingua italiana e narra la seconda traslazione del corpo.
Nicola deriva dal greco Nikòlaos e significa “vincitore del popolo”.
Autore: Antonio Borrelli
Lo credono pazzo e Nicola è veramente pazzo, ma di Dio. Egli ripete sempre le stesse parole in greco «Kyrie eleison! Kyrie eleison!» che significano “Signore abbi pietà dei nostri peccati, mostraci benevolenza”. Viene giudicato malato di mente perché si comporta come i fanciulli. Eppure lui desidera solo seguire il Vangelo (Matteo 18,3): «In verità io vi dico: se non [...] diventerete come i bambini, non entrerete nel Regno dei Cieli».
Nasce nel 1075 a Stiri (attuale Distomo, Grecia), in una povera famiglia. Perde il padre e, a otto anni, va a pascolare le pecore. Non sa né leggere né scrivere. La solitudine lo fa riflettere e, così, avverte la presenza di Dio. Un monaco gli insegna una preghiera semplice. Il pastorello la riduce all’essenziale e, in seguito ad una visione di Gesù, recita di continuo «Kyrie eleison!». I bambini festosi lo circondano, i ragazzi lo deridono, gli adulti lo considerano pazzo. Anche la madre, disperata, lo manda via da casa. Nicola a dodici anni, confortato dalla fede, con in mano una croce e a tracolla una bisaccia, si rifugia nella tana di una pericolosa orsa. Con la sua croce Nicola manda via l’orsa e vive come gli eremiti, cibandosi di erbe. In seguito la madre lo richiama e lo affida a un monastero dove il ragazzino viene picchiato perché non smette di ripetere la sua giaculatoria. Lo rinchiudono in una torre, ma Nicola ricompare in chiesa; lo legano a una catena, ma lui riesce a liberarsi; lo gettano in mare legato mani e piedi e lui si salva aiutato da un delfino.
Il ragazzo, poi, decide di andare in pellegrinaggio a Roma. Nella nave che lo porta in Puglia, ad Otranto (Lecce), i naviganti, infastiditi dal suo ripetere «Kyrie eleison!», lo buttano in mare, ma lui arriva sulle coste pugliesi illeso. Si sposta a piedi, compie alcuni miracoli e ovunque ripete «Kyrie eleison!». Chiede l’elemosina e dona frutta ai bambini che gioiosi lo accolgono saltellando. Purtroppo i “grandi” non sono così ingenui e puri. L’arcivescovo di Lecce e quello di Taranto, disturbati dal forestiero che urla «Kyrie eleison!», lo fanno bastonare e frustare. Nicola arriva a Trani il 20 maggio 1094 malconcio e affamato. Qui l’arcivescovo Bisanzio lo ascolta, intuisce la sua santità, gli offre un letto e del cibo. Dopo pochi giorni, il pellegrino arrivato dalla Grecia si ammala e muore. Subito avvengono guarigioni miracolose come quella di una ragazzina cieca che riacquista la vista. A Trani, dove San Nicola il Pellegrino è patrono, sorge una cattedrale costruita in suo onore che accoglie le sue spoglie.
Autore: Mariella Lentini
Fonte:
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