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XVI-XVII sec.
Monaco vissuto tra il 1500 e il 1600. Si sa poco di lui, ma la sua opera più famosa è la fondazione del monastero della Dormizione della Madonna vicino al fiume Moca, vicino a Povolzsk. Non sappiamo quando sia nato o come sia diventato monaco. Lo troviamo nel Povolzsk all'inizio del 1600, dove costruisce il monastero. Il luogo era bello e tranquillo, circondato da boschi e dal fiume. La data precisa di fondazione del monastero è incerta (tra il 1613 e il 1640), ma divenne presto un importante centro religioso e di pellegrinaggio. Nel 1655, il monastero fu unito a un altro più famoso, ma nel 1708 fu chiuso per motivi sconosciuti. La sua scomparsa è una perdita per la storia e la cultura del Povolzsk.
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La figura di Sant'Ilarione, monaco vissuto tra il XVI e XVII secolo, si staglia nell'agiografia russa come un enigma affascinante. Poche sono le informazioni pervenuteci, eppure la sua opera di fondazione del monastero della Dormizione della Madre di Dio presso il fiume Moca, vicino alla città di Povolzsk, rivela una profonda devozione mariana e una tenace volontà di diffondere la fede cristiana.
Le sue origini e la sua formazione rimangono avvolte nel mistero. La data esatta della sua nascita e le circostanze che lo condussero alla vita monastica sono sconosciute. L'unica certezza è la sua presenza nella regione del Povolzsk all'inizio del XVII secolo, dove si dedicò alla costruzione del monastero della Dormizione.
La scelta del sito non fu casuale. Il luogo era già noto per la sua bellezza e tranquillità, circondato da boschi rigogliosi e lambito dalle acque del fiume Moca. Ilarione, attratto da questa quiete contemplativa, vi eresse un eremo, divenuto poi il nucleo del monastero.
La data di fondazione precisa del monastero rimane incerta. Alcune fonti la collocano nel 1613, mentre altre la posticipano al 1640. L'incertezza cronologica non oscura tuttavia l'importanza di questa istituzione religiosa, che divenne un importante centro di pellegrinaggio e di diffusione della fede cristiana nella regione.
Nel 1655, il monastero fu posto alle dipendenze del più rinomato monastero Savvino-Storozevskij, situato nei pressi di Zvenigorod. Questa affiliazione testimonia il prestigio raggiunto dal monastero della Dormizione e la sua influenza spirituale nella regione.
Tuttavia, il destino del monastero non fu roseo. Nel 1708, per ragioni ancora da chiarire, fu soppresso per ordine delle autorità civili. La sua scomparsa rappresenta una perdita significativa per il patrimonio religioso e culturale del Povolzsk.
Autore: Franco Dieghi
Santi DOROTEO e ILARIONE JUGSKIE
Nella festa liturgica della Chiesa russa dedicata a tutti i santi di Rostov e Jaroslavl’ il 23 maggio, questi due santi monaci sono accomunati, ma in realtà essi sono i fondatori di due diversi monasteri.
Doroteo era monaco del monastero delle Grotte a Pskov, secondo la tradizione, quando nel 1615 gli svedesi minacciarono l’invasione della regione, ebbe in sogno la Madre di Dio che l’invitò a portare in salvo l’icona della Odighitrìa. Con l’assenso e la benedizione dell’egumeno (abate) egli partì e portando con sé l’icona si avviò verso la sua regione natale; giunto alla confluenza dei due rami del fiume Jug, il monaco si fermò per riposare e appese l’icona al rami di un pino.
Pronto a ripartire, cercò di staccare l’icona dal ramo, ma per quanto si adoperasse questo non gli riuscì, allora comprese la volontà di Dio e si fermò in quel luogo vivendo da eremita e morendovi nel 1622.
Alcuni anni dopo fu costruito l’eremo di Jugskoj nella cui cappella fu deposto il corpo del santo monaco e la sua icona miracolosa. L’eremo è stato sempre aperto fino all’inizio del Novecento.
Di Ilarione si sa solamente che diede origine al monastero della Dormizione della Madre di Dio presso il fiume Moca, vicino alla città di Povolzsk. L’eremo esisteva già nel 1613; nel 1655 venne messo alle dipendenze del monastero Savvino-Storozevskij e infine soppresso nel 1708.
Ilarione è raffigurato come un anziano con capelli castani e barba e abiti monastici, mentre Doroteo ha un’iconografia più ampia collegata all’icona della Santa Madre di Dio appesa all’albero e lui inginocchiato davanti.
Autore: Antonio Borrelli
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