Nacque a Betania, presso Gerusalemme, al tempo di Basilio I il Macedone (867-886). Eletto vescovo di Corfù . Recatosi a Costantinopoli per difendere presso Costantino VII Porfirogenito le ragioni dei notabili della sua isola, nel viaggio di ritorno si ammalò gravemente e morì presso Corinto.
Emblema: Bastone pastorale
Martirologio Romano: A Corfù in Grecia, sant’Arsenio, vescovo, accorto pastore del suo ovile e assiduo alla preghiera notturna.
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Dalla tradizione di Corfù si apprende che Arsenio fu vescovo o arcivescovo di questa città fra il IX e il X sec. e che a lui si devono tre omelie greche sull'apostolo Andrea, su santa Barbara e su san Terino, martire dell'Epiro. Petrides ha potuto ricavare dalla Vita di Arsenio, alcune notizie che ci permettono di individuare con sufficiente sicurezza l'epoca in cui egli visse. La Vita è una composizione originale di indubbio valore storico e si accorda perfettamente con notizie desunte da altre fonti. Arsenio nacque a Betania in Palestina, mentre regnava Basilio I il Macedone (867-86) e, dopo aver abbracciato la vita monastica all'età di dodici anni, completò i suoi studi a Seleucia. Ordinato sacerdote, dopo una visita ai Luoghi Santi, si recò a Costantinopoli presso Trifone, che, divenuto patriarca nel 928, gli affidò alcuni incarichi nella diocesi. Nel 933 Teofilatto, succeduto a Trifone, lo nominò vescovo di Corfù. Petrides avanza il sospetto che Teofilatto abbia voluto allontanare da Costantinopoli il discepolo caro a Trifone, ma nella Vita non ci sono indizi che possano giustificare questo sospetto. Non abbiamo alcuna notizia precisa sulla sua attività episcopale; sappiamo solo che era molto assiduo nell'orazione e che anticamente a Corfù si mostrava una grotta dove, secondo la tradizione, Arsenio usava ritirarsi e passare le notti pregando. Recatosi a Costantinopoli per difendere presso Costantino VII Porfirogenito (912-59) le ragioni dei notabili della sua isola, nel viaggio di ritorno si ammalò gravemente e morì presso Corinto. Il suo corpo fu trasportato a Corfù e sepolto nella chiesa dei SS. Pietro e Paolo. Con molta probabilità fu in seguito trafugato dai veneziani.
La Chiesa latina e quella greca celebrano la festa di Arsenio il 19 gennaio. Oltre le omelie su Andrea, su Barbara e su Terino si attribuisce ad Arsenio anche un poema anacreontico sulla domenica di Pasqua, edito da Matranga. Una traduzione latina inedita della Vita di Arsenio è nel ms. Barberini 2663.
Autore: Giorgio Eldarov
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