Sanseverinate di nascita, Sante Saccone divenne pollentino per elezione e lunga dimora, protrattasi dalla fanciullezza alla più tarda età.
Umile contadino, con fedeltà e amore, attese fino al suo ottantaquattresimo anno di età alla coltivazione di un piccolo podere .
Sono innumerevoli i prodigi operati dall'angelico sante, esempio illustre di ogni più eletta virtù, e per cinquant'anni acclamato santo e taumaturgo del Piceno.
Miracoli e grazie di ogni genere, guarigioni di mali incurabili, previsioni di avvenimenti futuri e resurrezioni di morti lo resero celebre anche all'estero, fino al re Sigismondo di Polonia, al cui messo, Sante assicurò preghiere e predisse la vittoria sui Turchi a Vienna, avvenuta il 12 settembre 1683.
Premio alle sue virtù e all'inesauribile sua carità, tra gli altri insigni doni, il servo di Dio godette della presenza del proprio Angelo Custode, sua guida spirituale, suo maestro e difensore nella lotta contro il demonio.
Caduto malato , il Consiglio Comunale all'unanimità elesse quattro deputati per assistere e provvedere il necessario al venerato infermo, che se ne volò al cielo, dopo venti giorni di malattia, il 6 aprile 1634. Ai funerali intervennero migliaia di persone. L'atto di morte fu registrato nei libri municipali con espressioni che valgono un panegirico.
Il Municipio , poco dopo il decesso di Sante, elesse una commissione di quattro individui per raccogliere e registrare le grazie ricevute per intercessione del Servo di Dio.
Autore: Elisabetta Nardi
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