Montone, 1250 (?) - Fonte Avellana, 13 aprile 1294
Nato a Montone nell'Umbria verso la metà del sec. XIII, si fece monaco nell'eremo di Fonte Avellana. Eletto Priore, quasi contemporaneamente fu scelto dai suoi monaci quale Priore Generale della Congregazione Avellanita che servì con saggezza e santità di vita. Fu uomo di pace. Intere popolazioni e comuni in discordia ritrovarono la fratellanza per la sua paziente e generosa mediazione. Eletto vescovo di Osimo, vi rinunciò per umiltà e amore per la solitudine. Morì a Fonte Avellana il 13 aprile 1294.
Etimologia: Albertino = diminutivo di Alberto, illustrissimo, dall'antico germanico
Martirologio Romano: Nel monastero di Fonte Avellana nelle Marche, beato Albertino, eremita e priore di una comunità di eremiti, che preferì la solitudine agli onori e cercò di riconciliare città tra loro nemiche.
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La figura di Sant'Albertino da Montone, Abate, emerge dalle nebbie del XIII secolo come un faro di santità e di pace. Nato a Montone, in Umbria, intorno al 1250, egli abbracciò la vita monastica nell'eremo di Fonte Avellana, sulle pendici appenniniche marchigiane. La sua fama di uomo di Dio e di abile pacificatore si diffuse rapidamente, tanto da essere eletto Priore della Congregazione Avellanita e, in seguito, Vescovo di Osimo. Tuttavia, l'amore per la solitudine e l'umiltà lo spinsero a rinunciare alla carica episcopale, dedicandosi fino alla morte alla preghiera e alla contemplazione.
La chiamata alla vita monastica
Poco si sa dei primi anni di vita di Albertino. I biografi ci tramandano la sua nascita a Montone, in un contesto storico segnato dalle lotte tra Guelfi e Ghibellini. La sua vocazione alla vita monastica si manifestò in giovane età, conducendolo all'eremo di Fonte Avellana, luogo di austera spiritualità e rigore eremitico. In questo ambiente, immerso nella natura e lontano dalle mondanità, Albertino poté coltivare la sua fede e perfezionare le sue virtù.
Priore e pacificatore
La fama di santità e di saggezza di Albertino crebbe rapidamente all'interno della Congregazione Avellanita. I monaci, riconoscendo in lui un uomo di eccezionali doti spirituali e di governo, lo elessero Priore. In questo ruolo, egli si distinse per la sua capacità di guidare la comunità con fermezza e amorevolezza, promuovendo la concordia e la carità fraterna.
Oltre al ruolo di Priore, Albertino si dedicò con instancabile zelo alla pacificazione delle città e dei comuni in discordia. La sua fama di paciere superò i confini della Congregazione, attirando a lui le suppliche di intere popolazioni desiderose di porre fine a guerre e inimicizie. La sua paziente e generosa mediazione permise di ricomporre fratture profonde, sanando ferite e riportando la concordia dove regnava la discordia.
Vescovo per un giorno
Il prestigio di Albertino era tale che, nel 1292, fu eletto Vescovo di Osimo. Tuttavia, l'amore per la solitudine e la vita contemplativa lo spinsero a rinunciare alla carica episcopale dopo un solo giorno. La sua scelta, seppur controcorrente, testimonia la sua profonda umiltà e il suo sincero desiderio di dedicarsi unicamente a Dio.
Morte e culto
Albertino morì a Fonte Avellana il 13 aprile 1294, lasciando in eredità ai suoi confratelli e ai fedeli un esempio di santità, di umiltà e di amore per la pace. La sua fama di taumaturgo si diffuse rapidamente, attirando al suo sepolcro numerosi pellegrini che ne imploravano l'intercessione. Nel 1772, Papa Clemente XIV lo proclamò Beato.
Autore: Franco Dieghi
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