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Beato Angelo Orsucci Martire

Festa: 10 settembre

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Lucca, 1573 - Nagasaki, 1622

Nato a Lucca, gli fu dato il nome di Michele. Entrò a 13 anni in convento e studiò a Viterbo, Roma e Perugia. Desideroso di lavorare nelle missioni dell'Estremo Oriente, nel 1601 si trasferì in Spagna e dopo nelle Filippine, dove si prodigò generosamente nella predicazione del Vangelo. Passò, poi, in Giappone, a Nagasaki dove svolse il suo apostolato clandestino a causa della persecuzione contro i cristiani. Il 10 settembre 1618 fu incarcerato e dopo quattro anni di prigionia fu arso vivo con molti altri compagni cristiani.

Emblema: Palma


Angelo Orsucci, nato a Lucca l’8 maggio 1573, al battesimo fu chiamato Michele. A soli tredici anni, lasciando senza rimpianto le dolcezze della sua nobile famiglia, vestì le bianche lane Gusmane nell’illustre Convento di S. Romano di Lucca. Si dette con santo entusiasmo all’acquisto della virtù e della scienza sacra. I superiori avrebbero voluto applicarlo all’insegnamento, ma Angelo confidò loro il suo grande desiderio di andare a portare la luce del Vangelo in missione. Fra le tante cose che si opponevano ai suoi disegni vi era l’affetto dei suoi, che non potevano rassegnarsi a perderlo per sempre. Su tutto però vinse la costanza e l’ardore del futuro martire, e, nel 1601, lo troviamo già in Messico in piena attività missionaria. Egli era comunemente chiamato il “Santo”. Recatosi successivamente nelle Filippine. Poté ottenere finalmente d’essere inviato in Giappone, dove l’empio Imperatore Xonguno aveva aperta l’era dei martiri. Dopo solo quattro mesi, il 13 dicembre 1618, fu scoperto e messo in carcere. Ecco come ne dava notizia alla famiglia: “Io sono contentissimo per il favore che Nostro Signore mi ha fatto e non cambierei questa prigione con i maggiori palazzi di Roma". Il 10 settembre 1622, assieme ai suoi compagni, fu condannato alle fiamme. Mentre tra gli ardori del fuoco cantava il “Te Deum”, come assorto in estasi, fu visto librarsi tra le fiamme e andare a confortare i compagni di martirio. Angelo fa parte di una splendida falange di 205 martiri, guidati dal Beato Alfonso Navarrete. Appartenevano all’Ordine altri dieci sacerdoti, quattro chierici professi, cinque fratelli cooperatori, venticinque terziari e sessantasette iscritti alla Confraternita del Rosario. La loro solenne beatificazione avvenne nel 1867 per mano del Beato Papa Pio IX. Il calendario dell’Ordine ricorda al 6 novembre l’eroica testimonianza di questi suoi figli, unendoli agli altri martiri in Oriente. In data odierna, in Italia, tradizionalmente si continua a ricordare il Beato Angelo, uno dei due italiani del gruppo, del quale faceva parte anche il beato Carlo Spinola, genovese.


Autore:
Franco Mariani

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Aggiunto/modificato il 2002-04-10

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