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Beato Lorenzo da Ripafratta Sacerdote domenicano
Festa:
27 settembre
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Ripafratta, 1373/74 - Pistoia, 1456
Già diacono, desideroso di una vita più perfetta, entrò tra i domenicani a Pisa, ricevendo l'abito nel 1396. Come priore, diede impulso alla riforma dell'ordine. Ricoprì anche gli incarichi di maestro dei novizi, insegnante di teologia, predicatore e direttore di anime. Quando Pistoia e Fabriano furono colpite dalla peste, incurante del contagio, si distinse nell'assistere i malati. Padre Lorenzo venne soprannominato "arca di scienza" ma acquistò fama anche per le dure penitenze, vigilie e digiuni, che lo resero un maestro di ascesi. Negli anni di vita soffrì una orribile piaga a una gamba. Sopportò il dolore con edificante pazienza. Morì a Pistoia il 27 settembre 1456. (Avvenire)
Martirologio Romano: A Pistoia, beato Lorenzo da Ripafratta, sacerdote dell’Ordine dei Predicatori, che osservò fedelmente per sessant’anni la disciplina religiosa e fu assiduo nell’ascolto dei peccatori.
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Lorenzo da Ripafratta era già Diacono quando, desideroso di una vita più perfetta, entrò nell’Ordine Domenicano a Pisa. Si distinse subito per un grande amore all’osservanza regolare, della quale comprendeva tutta l’importanza. In seguito fu uno dei più validi e attivi propagatori della Riforma, che allora ferveva in seno all’Ordine, e che dette tanti frutti di santità e di zelo. Uno dei primi Conventi in cui Lorenzo dispiegò il suo zelo fu quello di Cortona, dove, nominato Maestro dei Novizi, tante anime elette formò alla perfetta vita domenicana, tra le quali Sant’Antonino Pierozzi, futuro Arcivescovo di Firenze. L’imperdonabile negligenza degli antichi cronisti, pochissimo ci ha tramandato di questo grande religioso, ma possediamo una lettera di Sant’Antonino, inviata ai padri di Pistoia alla sua morte, nella quale egli paragona il suo santo maestro a San Paolo e ad Elia. Lo chiama “arca di scienza”, dicendo che fu vergine di corpo e di mente, che amava crocifiggere la sua carne con asprissime penitenze, vigilie e digiuni, devotissimo del culto divino fino alla decrepitezza, senza lasciare mai il Coro di notte e di giorno. Lorenzo tenne Cattedra in diversi Conventi, e fu Predicatore efficacissimo. In Pistoia e in Fabriano estinse odi inveterati e quando quelle terre furono colpite dalla peste, incurante del contagio, fu infaticabile nell’assistere i colpiti. Negli anni di vita sopportò con edificante pazienza una orribile piaga ad una gamba. Mori dopo sessant’anni di vita regolare, il 27 settembre 1456 a Pistoia. Il suo corpo si venera nella cittadina chiesa dei Domenicani. Papa Pio IX il 4 aprile 1851 ha confermato il culto.
Autore: Franco Mariani
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