Il beato è nominato nel ‘Martirologio Francescano’ il 28 agosto, nacque a Pesche d’Isernia intorno all’anno 1400, della sua vita si sa che fu laico, ortolano e questuante dell’Ordine Francescano, in vari conventi dell’Italia Meridionale; aveva un grande spirito di orazione e di unione con Dio, che non perdeva nemmeno nell’esplicare i lavori più umili e materiali. Si racconta che essendo stato chiamato nella casa della contessa di Ariano, moglie del conte Innico, arrivò quando nel palazzo si dava un concerto alla presenza del conte, all’udire quella musica quattrocentesca, il suo pensiero andò verso i cori celesti e questo gli procurò un’estasi, sollevandosi da terra per un po’ di tempo. E come tanti altri umili frati o sacerdoti, nei secoli passati, grazie alla loro semplicità e discernimento nella lettura dei cuori della gente, venivano ricercati e consultati per consiglio e guida, anche il beato Angelo da Pesche d’Isernia fu interpellato e seguito nei suoi semplici ma profondi consigli da principi e nobili del regno aragonese delle Due Sicilie. Morì nel convento francescano di Lucera (Foggia) nel 1460, il suo corpo riposa in questa città pugliese.
Autore: Antonio Borrelli
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