Le gesta di questo martire sono narrate in una passio tardiva artificiosamente costruita su pochi dati storici. Secondo questa, Costantino era un potente principe nella Georgia settentrionale, famoso per nobiltà, ricchezza e ogni genere di virtù, caro alla stessa imperatrice s. Teodora (842-56). Grande era in particolare il suo attaccamento ai Luoghi Santi, che egli visitò facendo donazioni a monasteri e chiese. Ad ottantacinque anni fu preso prigioniero in una incursione musulmana. Consegnato al condottiero arabo Buga, che si trovava a Tiflis, ebbe a subire minacce, maltrattamenti e un carcere durissimo. Dopo qualche giorno fu mandato al califfo Giafar a Samarra in Babilonia. Qui, riusciti inutili tutti gli sforzi per farlo apostatare, venne decapitato e il suo corpo fu esposto in pubblico. In occasione del suo funerale s. Teodora inviò una lettera di consolazione ai parenti del martire e a tutta la nazione georgiana. Il bollandista Peeters ha fatto una critica severa a questa passio, riducendo il nucleo storico a ben poca cosa: nobile georgiano della regione Cachezia, donde l’appellativo Cachai, Costantino fu preso delle truppe del condottiero musulmano Buga e messo a morte il giorno 10 novembre 853. Da principio la sua festa veniva celebrata nella Chiesa Georgiana il 22 novembre, poi fu trasferita al 10 dello stesso mese.
Autore: Giorgio Eldarov
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