S. Severino Marche, Macerata, 23 dicembre 1811 - Roma, 5 ottobre 1894
Teresa Maria naque il 23 dicembre 1811 a S. Severino Marche. Educata presso le Suore Domenicane passò la fanciullezza nella pietà e nel timore di Dio. Emulando l'esempio delle sorelle che si erano rese religiose Clarisse, si volle dedicare al servizio dell'umanità sofferente entrando, nel 1831 nell'istituto delle Suore Ospedaliere della Misericordia, che era presente a Roma presso l'ospedale di S. Giovanni in Laterano. In questo campo prodigò tutta la sua giovinezza e l'energia dei suoi anni migliori assistendo i più poveri e i più abbandonati delle epidemie del 1837 e del 1849 esaurendo tutta sè stessa nel servizio continuo nelle corsie dell'ospedale. Elevata come superiora generale delle Suore Ospedaliere trasfuse all'istituto l'ardore della carità, e lo guidò con somma prudenza in mezzo a difficoltà di ogni genere. Piena di meriti e virtù rese l'anima a Dio il 5 ottobre 1894, vittima di sacrificio per i poveri ammalati.
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Teresa Capeccioni nacque il 23 dicembre 1811 a S. Severino Marche in provincia di Macerata, rimase orfana di padre in tenera età, per cui venne affidata alle suore Domenicane, operanti nella sua città, insieme alle due sorelle, che poi diverranno Clarisse nel monastero di Fara Sabina. Rimasta orfana anche della madre, continuò la sua formazione e istruzione presso le domenicane; a 18 anni era a Roma presso una zia materna, avendo come direttore spirituale l’oratoriano padre Cesarini. In quegli anni intorno al 1820, i papi Pio VII prima e Leone XII poi si occuparono della riforma degli ospedali romani di S. Giovanni, S. Giacomo e S. Gallicano, dando il mandato operativo al cardinale Sala. Nel contempo anche la principessa Teresa Orsini Doria Pamphili, in collaborazione con un gruppo di volontarie, si stava occupando dell’assistenza degli ammalati. Il cardinale Sala nel maggio 1821 fece entrare ufficialmente queste volontarie nell’ospedale di S. Giovanni; esse presero il nome di ‘Sorelle della Misericordia’, la loro Istituzione fu approvata da papa Leone XII il 3 gennaio 1826; ebbero affidata la direzione di alcuni settori ospedalieri, ma soprattutto l’assistenza degli infermi abbandonati. Seguendo l’esempio delle due sorelle Clarisse, Teresa Capeccioni volle dedicarsi completamente al servizio dell’umanità, tanto più se sofferente e nell’agosto 1831 entrò come postulante tra le ‘Sorelle della Misericordia’, facendo poi la professione perpetua l’11 febbraio 1834. Si fece subito notare per la carità con cui assisteva gli ammalati, noncurante di sé, accorreva subito ad ogni chiamata, curava ed ascoltava tutti con pazienza, silenziosa nel posto di guardia, precisa ed attenta nel somministrare le medicine, in prima linea nell’assistenza ai colerosi nel lazzaretto di S. Giovanni. Nel 1849 in pieno sconvolgimento dei moti politici, riuscì ad organizzare lo sgombero dell’ospedale, trasferendo con minimo disagio tutti gli ammalati nel vicino monastero di S. Sisto. Fu Vicaria generale del suo Ordine nel 1843 e 1856 e Superiora Generale nel 1859 e 1875; durante il suo mandato le ‘Sorelle della Misericordia’ ebbero un notevole sviluppo, con preparazione e specializzazione delle suore infermiere nei vari settori della medicina. Gli ammalati e le suore della Congregazione furono sempre al centro della sua attenzione, del suo zelo, del suo amore; subì e superò con fede le difficoltà e le tribolazioni, che senza tregua le si presentavano; sopportò con pazienza le gravi malattie che la colpirono. Dopo 62 anni di vita ospedaliera rese la sua bella anima a Dio il 5 ottobre 1894 a Roma. Il nulla osta della Congregazione delle Cause dei Santi, per la sua beatificazione è stato concesso il 24 marzo 1998.
Autore: Antonio Borrelli
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