Ignorato da tutti i libri liturgici bizantini e da quelli delle altre Chiese orientali, il culto di Eliano risulta soltanto da testimonianze georgiane. Infatti, diversi lezionari georgiani, databili tra il X e l'XI sec, tra i quali il Calendario Palestino-georgiano del Sinaiticus 34, commemorano sia al 10 (11 o 12) ag. sia al 28 nov. il suo martirio, avvenuto a Filadelfia in Arabia (od. Amman). Sulla base di due mss. di Tiflis e Oxford, la passio di Eliano è stata recentemente pubblicata da G. Garitte. L'editore, nella presentazione del testo, mette in rilievo la differenza che esiste tra la parte narrativa del martirio, un insieme di luoghi comuni destinati a sostituire gli episodi autentici caduti in oblio, e la prima parte introduttiva, molto particolareggiata e ricca di informazioni topografiche sulla città di Amman. Secondo la passio georgiana (la quale proviene certamente da un originale greco, molto probabilmente, però, tramite una versione araba), dunque, sotto il regno di Diocleziano, mentre un certo Massimo (che ricorre anche nelle passiones dei martiri di Filadelfia, Zenone e Zenas, Teodoro e i suoi cinque compagni) era governatore della provincia di Arabia, una carestia colpì la regione di Amman. Gli abitanti si recarono incontro al governatore che stava appunto arrivando in città: davanti alla sua indolenza nel porre rimedio a quella situazione, la popolazione infuriata lo prese a sassate. La conseguenza fu immediata: i notabili furono incarcerati. Eliano, un tessitore del luogo che era anche zelante cristiano, riuscì ad introdursi nel carcere per confortare i prigionieri ed insegnar loro la parola divina. Il governatore, nel frattempo, ordinò di sistemare un altare davanti alla statua di Cronos che si trovava in mezzo ad una piazza importante della città. I prigionieri vi furono condotti perché sacrificassero agli idoli. Al loro rifiuto vennero flagellati, ma grazie alle suppliche dei concittadini furono immediatamente liberati. A sua volta Eliano dovette presentarsi davanti a Massimo, ma resistette alle ingiunzioni di sacrificare. Sottoposto al supplizio, venne liberato da un angelo, quindi fu ricondotto in prigione fino all'indomani, quando, dopo un rinnovato rifiuto, fu condannato a morire sul rogo. Siccome il corpo di Eliano non si consumò, i cristiani lo presero segretamente, lo portarono fuori della città e lo collocarono in una grotta. Il martirio avvenne un 28 nov., ma la festa di Eliano fu stabilita all'11 (o 10) ag., dopo la traslazione della sua salma in un oratorio costruito in suo onore. Queste due date sono quelle offerte dai lezionari già ricordati. L'introduzione nella narrazione dei particolari topografici, quali, ad esempio, il luogo della bottega di Eliano presso la porta di Gerasa, la piazza dove fu giudicato, il luogo del supplizio al di là della porta di Madaba, la grotta dove fu deposto prima di essere trasportato nell'oratorio, indicano da parte dell'autore l'intenzione di incorporare nel racconto del martirio, che egli ignora completamente, tutti gli elementi della tradizione locale ai quali era rimasta legata la memoria di Eliano.
Autore: Joseph-Marie Sauget
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