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Beato Paolo Kinsuke Religioso gesuita, martire

Festa: 20 giugno

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Usanda, Giappone, 1581 - Nagasaki, Giappone, 20 giugno 1626

Kinsuke, nato a Usanda nel 1581, abbracciò il cristianesimo divenendo Paolo e affiancò i gesuiti Girolamo degli Angeli e Pietro Paolo Navarro. Alla morte di quest'ultimo, proseguì la sua opera con Francesco Pacheco, aspirando ad entrare nella Compagnia di Gesù. Nel 1614, le autorità, sobillate dai bonzi, scatenarono una persecuzione contro i missionari e i loro collaboratori. Kinsuke fu catturato nel 1625 e rinchiuso nel carcere di Shimabara, dove, nonostante le condizioni disumane, ebbe la gioia di essere ammesso nella Compagnia di Gesù. Condannato a morte dal governatore, fu trasferito a Nagasaki e bruciato vivo il 20 giugno 1626.

Martirologio Romano: A Nagasaki in Giappone, beati martiri Francesco Pacheco, sacerdote, e otto compagni, della Compagnia di Gesù, condannati al rogo in odio alla fede.


Nella storia missionaria, la figura del catechista ha avuto sempre una valenza di primo piano, per la sua opera indispensabile, essendo anche nativo del luogo, a fianco del missionario che era perlopiù europeo; e tanti di loro hanno dato anche la vita, a conferma e difesa di quella fede, importata si dai missionari, ma diventata primaria nella loro esistenza.
Kinsuke fu uno di questi in Giappone; nacque a Usanda nel 1581, conosciuti i missionari abbracciò la fede cristiana prendendo il nome al battesimo di Paolo; divenne prima aiutante e poi catechista dei padri gesuiti Girolamo degli Angeli e Pietro Paolo Navarro, alla morte di quest’ultimo, proseguì il suo compito con il padre Francesco Pacheco, speranzoso di essere ammesso nella Compagnia di Gesù.
Nel 1614 i bonzi sobillarono le autorità dell’epoca che scatenarono una persecuzione contro i missionari, anche chi li aiutava era passibile di morte.
Nel 1615 la persecuzione infierì nella zona di Nagasaki e in un rastrellamento di missionari, il 19 dicembre 1625 fu fatto prigioniero il padre Pacheco e con lui altri suoi collaboratori, fra cui Kinsuke. Furono rinchiusi nell’orribile carcere di Shimabara, in celle strettissime ed umide e con un trattamento che non aveva niente di umano; durante questo periodo durato sei mesi, ebbe la gioia di essere accettato nella Compagnia di Gesù.
Nel giugno 1626 arrivò l’ordine del governatore di uccidere missionari e catechisti, perciò fu trasferito con una corda al collo e trascinato sotto scorta a Nagasaki, dove il 20 giugno 1626 subì il martirio, venendo bruciato vivo come tanti altri, così da formare una macabra illuminazione notturna sulle colline che circondavano la città; le sue ceneri vennero poi sparse in mare.
Fu beatificato il 7 luglio 1867 da papa Pio IX insieme ad altri 204 martiri in Giappone.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2002-10-31

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